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03 dic 2011

Il vecchio telefono di casa

di Luciano Caveri

Se qualche anno fa mi avessero detto che si poteva vivere senza il telefono fisso in casa avrei risposto: «impossibile!» Il telefono fisso "era" il telefono, segno della modernità e ricordo ancora - lo sentivo da piccolo - quando per la teleselezione i miei chiedevano la connessione alla centralinista.  Solo la telefonia mobile ci ha schiuso un mondo incredibile e in rapida progressione, che ha cancellato le cabine telefoniche, il telefono pubblico a scatti e appunto l'indispensabilità del telefono domestico. Oggi vivo così in assoluta serenità, anzi aggiungerei che l'ossessività delle telefonate pubblicitarie sul telefono di casa - per nulla attenuata da meccanismi di difesa tipo il diniego manifestato rispetto all'accettazione di determinate promozioni - è una buona ragione per metodi alternativi. Per telefonare c'è il telefonino e la connettività che spesso passa con Internet sul doppino telefonico del "vecchio" telefono transita, invece, nel mio caso attraverso una rete wi-fi via radio di "HI2", società valdostana che funziona bene e che si appresta a fornire un servizio per l'utente che si muove sul territori, prevedendo una vasta copertura regionale. Naturalmente questo consente, se lo si vuole, di usare Internet in tutte le salse, compresi i servizi di telefonia - genere "Skype" - che sfruttano la Rete al posto delle tecnologie tradizionali del telefono. In prospettiva il tema della "connettività", proprio per gli usi plurimi di Internet, sarà sempre più  da annoverare fra le necessità per i cittadini e le imprese. Su questo "diritto" la Commissione europea prende tempo, avendo annunciato l'intenzione di non cambiare il concetto di base, i principi e la portata delle norme europee sul "servizio universale" (l'obbligo per un concessionario di fornire a tutti un determinato servizio) per includere i servizi di telefonia mobile e le connessioni a banda larga. Non si tratta di sottigliezze giuridiche, ma di regolamentare il mercato.