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16 nov 2011

Copia e incolla

di Luciano Caveri

L'aspetto interessante dei documenti politici - mi riferisco in questo caso ai problemi della montagna - è che per scriverli si vanno a cercare i documenti già scritti in passato. Tecnica per nulla scandalosa, che diventa tuttavia da maneggiare con cura nell'epoca del "copia e incolla". Per cui, alla fine, ti ritrovi documenti monstre in cui, come nelle stratificazioni delle rocce, puoi leggere le diverse epoche geologiche. Ci pensavo guardando il documento sulle tesi a favore  le fondazione di una "macroregione alpina" proposto, con intento nobile, dai bavaresi. Si tratta di un distillato, ordinato e puntiglioso in puro stile teutonico, di almeno trent'anni di discussioni che ho in buona parte vissuto. L'esito, con tutto il rispetto, puzza di naftalina lontano un miglio. Ecco perché mi ha fatto piacere, malgrado ci fossero quattro gatti, chiudere i lavori di un convegno a Seynod, vicino ad Annecy, che può essere così riassunto: l'impatto delle tecnologie digitali nei loro vari usi sulla montagna, iniziando dai problemi di infrastrutturazione per passare poi alle applicazioni multidisciplinari. A parte certi momenti di noia mortale per un eccesso di tecnicismi e l'uso stremante del powerpoint anche per dire «come va?», per il resto la strada mi piace. Basta con certe visioni passatiste e immagini del montanaro degne del "buon selvaggio" di Jean-Jacques Rousseau, perché la modernità - compresa la rivoluzione digitale - ci investe e ci concerne e bisogna trarne ogni possibile utilità.