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05 ott 2011

Il cambio della guardia

di Luciano Caveri

Guardavo ieri a Sofia un "cambio della guardia". Spettacolo sempre affascinante, che ho visto anche altrove, in cui i soldati si impegnano in un disegno meccanico fatto di eleganza e di precisione. Chissà facendo quale tipo di associazione ho pensato a come sarà il "cambio della guardia" nella politica valdostana. Esiste in Valle, limitandoci agli ultimi settant'anni, un filo logico facilmente rinvenibile, pur nella casualità degli avvenimenti, che dimostra come di generazione in generazione ci sia stato un passaggio del testimone. Più torni indietro e più si investiva tempo ed energie nella formazione di una élite politica che attraversava, come nel caso della "Jeune Vallée d'Aoste" ed in alcuni momenti della storia dell'Union Valdôtaine, tutte le classi sociali. Oggi la formazione è scritta sulla sabbia e i giovani faticano a farsi spazio e, molto semplicemente, a farsi trasmettere valori e conoscenze che altri hanno accumulato e che servono loro per poter poi creare il modello della Valle che vorranno. Nessuno ripete in modo pappagallesco quanto avvenuto, ma deve reinterpretare quanto appreso e situarlo nella temperie dei sui tempi, sapendo che a nuovi problemi vanno proposte le soluzioni adatte. Per questo sono sempre stato aperto a incontrare di persona giovani che da soli o in gruppo abbiano voglia di acquisire elementi utili e naturalmente di discuterli perché nessuno ha la presunzione di avere la "scienza infusa". Questo del confronto è un dovere degli eletti e un diritto di chi un giorno si dovrà occupare, da semplice cittadino o da eletto a sua volta, della "cosa pubblica". Va sempre bene che ci sia un'adesione emotiva e sentimentale ai temi culturali e politici dell'autonomia, ma scoprire i meccanismi talvolta complessi degli aspetti giuridici e di pensiero che sostengono l'autonomia è un esercizio stimolante. E' bene dotarsi di strumenti e idee, sapendo che percorsi di approfondimento possono essere appassionanti e danno la solidità necessaria alle proprie convinzioni. E ciò evita che la catena si interrompa e consente di conseguenza l'indispensabile e tuttavia consapevole "cambio della guardia".