Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 set 2011

Idem sentire

di Luciano Caveri

Qualche tempo fa, avevo letto una lettera ai giornali in cui l'autore, con evidente intenzione canzonatoria ma con un doloroso moto dell'anima trasformato nella missiva sardonica, immaginava il funerale dell'Union Valdôtaine, piazzando i diversi esponenti politici del "pantheon unionista" del passato e quelli del presente, distinguendo, per così dire, i colpevoli dagli innocenti per l'avvenuta dipartita. Era evidentemente un appello alla riflessione sulla situazione attuale del Movimento cui appartengo e che vive di certo, in questa fase storica, problemi seri di collocazione politica sulla scacchiere e di democrazia interna, dovuti alla leadership assai verticistica del presidente della Regione Augusto Rollandin. L'ultimo trentennio per l'UV è stato scandito da diverse vicende politiche, talvolta con deflagranti risvolti giudiziari. Di questo periodo sono stato in parte coprotagonista con molti altri e nel mio caso di inserisce in una storia ancora più lunga per questioni personali e familiari. Sono, com'è normale che sia, vicende di alleanze e di divisioni, di odi e di amori, di idee diverse e di lotte di potere sino all'uscita con il contagocce di diverse personalità. Io stesso - penso alla mancata nomina a presidente della Regione nel 2003 od a certi atteggiamenti più recenti nei miei confronti - avrei potuto andarmene, ma ho sempre ritenuto, anche se le certezze ogni tanto sono scosse, che andarsene sarebbe stata una scelta perdente. E tuttavia il pluralismo politico in un partito di raccolta, cioè con persone di diversa estrazione sociale e con idee politiche diverse che trovano una sintesi nella difesa dei valori identitari e nazionalitari della Valle, è una condizione indispensabile per evitare una diaspora e per finire prigionieri di una logica che veda solo la conta dei voti alle elezioni come il punto di riferimento della vita di partito. Lo dico senza particolari ambizioni personali, avendo potuto vivere esperienze straordinarie grazie all'UV e agli elettori che mi hanno votato, ma stordisce pensare che la mancanza di elementari accortezze di condivisione dei problemi possa alla fine risultare davvero letale, come tristemente profetizzato nella lettera, visto che le trasformazioni in atto e certe scelte assunte potrebbero pesare su quel "idem sentire" fra l'Union e una gran parte dei valdostani.