Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
25 set 2011

Capire il da farsi...

di Luciano Caveri

La notizia arrivata nella notte è così riassumibile: "Standard and Poor's"ha deciso di tagliare il rating sul debito italiano, portandolo da "A+" ad "A". La decisione è almeno in parte una sorpresa, dopo che "Moody's" aveva deciso di tenere sotto osservazione il debito sovrano ancora per un mese. Brutta botta per l'Italia e le altre società di rating, appunto come Moody's, potrebbero tra breve appesantire il loro giudizio sull'Italia. Potremmo a lungo discutere su fatti, misfatti e soprattutto interessi di questi "valutatori" che paiono tutt'altro che indipendenti e dietro certe scelte si agitano gli speculatori del mercato finanziario. Ma sino a quando i giudizi erano positivi tutto andava bene e dunque meglio non essere ipocriti. La sfiducia nel Governo Berlusconi è una delle ragioni indicate dal declassamento e la pervicacia di Silvio Berlusconi nel restare al suo posto, spinto anche da quel suo vasto entourage che cadrà con lui, peggiora la situazione. Ma soprattutto renderà più remota ogni ipotesi di aiuto all'Italia nel complesso mosaico europeo e internazionale. Visto che in Valle d'Aosta si susseguono le riunioni incentrate sui "costi della politica", con una corsa al ribasso per fare i "piacioni", sarebbe bene ricordare come questo tema sia significativo nel rapporto con gli elettori, ma nella lista delle priorità andrebbe scritta la parolina "crisi". Sarebbe bene cioè capire, al di là dei cospicui tagli alle casse regionali, quali ricadute sul sistema economico e sulle nostre famiglie avrà il continuo peggioramento della situazione italiana e quali misure andranno prese sotto il profilo politico e finanziario. Si chiude un'epoca e se ne apre un'altra. La "Cassandra" sottoscritta, che non ha mai creduto al tardivo abbraccio fra autonomisti valdostani e Berlusconi e alla promesse di doni e prebende in direzione Aosta (ricordate l'immagine della cornucopia?), aveva sommessamente detto che la situazione economica reale dell'Italia era tenuta nascosta e che la figura e le gesta del Cavaliere non ci avrebbe aiutato in Europa. Scoprire di avere ragione è scarsamente consolatorio, ma è bene ora capire il da farsi e soprattutto non risolvere lo "tsunami" che ci sta investendo con sufficienza e senza una visione d'insieme. Altrimenti i guai anche da noi si moltiplicheranno.