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14 set 2011

Dieci anni fa

di Luciano Caveri

Il pomeriggio dell'11 settembre di dieci anni fa ero nel mio ufficio al Parlamento europeo a Bruxelles. Con il mio assistente parlamentate, Davide Donati, guardammo la diretta televisiva della "Cnn", inorriditi dal susseguirsi degli avvenimenti delle "Torri Gemelle", mentre attorno a noi il palazzo si vuotava per un'ondata di panico per la notizia - che giudicammo ridicola - che anche la sede del Parlamento europeo potesse far parte di una catena d'attentati. Furono giorni interessanti vissuti in quel crogiolo culturale e politico delle istituzioni europee, che consentiva una visione d'insieme altrimenti difficile da raccogliere. Oggi, dopo un decennio, quei fatti vengono rievocati e commentati. Io vorrei farlo segnalando - non diventerò, state tranquilli, una rubrica libraria! - il libro del giornalista Richard Labévière , "Vérités et mythologies du 11 septembre", delle "Editions nouveau monde". L'inchiesta, che ovviamente non riecheggia affatto quel filone ridicolo complottista e negazionista degli avvenimenti, serve a capire alcune cose. La prima: quale fu il contesto internazionale in cui maturò l'attentato con il ruolo da finanziatori di ambienti dell'Arabia Saudita, Paese che pure è legato dal dopoguerra agli Stati Uniti per via del petrolio. La seconda: la modestia della figura di Osama Bin Laden assurto a "mostro numero uno" per il suo ruolo in "Al Qaeda", ma più che un ideologo e stratega appare come un finanziatore dal carattere moscio. La terza: i rischi che i terroristi colpissero negli Stati Uniti esisteva ed era ben noto, ma ci furono errori grossolani da parte dei "servizi" che potevano prevenire. La quarta: il pregio del libro è quello di arrivare sino ai giorni nostri, sino all'azione in cui Bin Laden è stato ucciso, con un'occhiata al futuro del terrorismo islamico e con attenzione all'influenza dell'estremismo religioso sulla "primavera araba" (compresa la Libia) su cui l'autore nutre un evidente pessimismo rispetto a certi entusiasmi, ricordando che la prima situazione da risolvere per togliere acqua ai pesci del terrorismo è la "questione palestinese". Ma quel che Labévière segnala con dovizia di analisi è il rischio reale che l'11 settembre ci sia un attentato "rievocatore" della tragedia di dieci anni fa, vedendolo inserito l'episodio, più che in una macchinazione simile a quella di allora, in un attentato di un singolo o di poche persone che agiscano come detonatori della violenza. Facciamo le corna.