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18 ago 2011

Chi non tace non acconsente

di Luciano Caveri

Fra le ragioni che mi fecero dire di "no", nelle riunioni dell'Union Valdôtaine all'ingresso nella maggioranza regionale del PdL, c'era anche la considerazione che questa alleanza ci avrebbe indeboliti, rendendo imbarazzanti le critiche ad un "Governo amico" e si trattava, essendo un partito personalista, dello sdoganamento di Silvio Berlusconi in persona e poi i suoi esponenti locali ormai dominano la nostra scena politica senza alcun complesso, avendo tra l'altro imposto in Regione nientedimeno che una "cabina di regia" per prendere le decisioni importanti. Chi mi ascoltò nei miei interventi può confermare che allora parlai anche delle bugie sulle reali condizioni finanziarie italiane sotto osservazione in Europa e non gioisco particolarmente di aver previsto i fatti e constato che le mani in tasca degli italiani sono state messe e i contratti con gli elettori stipulati in televisione si sono dimostrati "carta straccia". Poiché «chi tace acconsente», io non acconsento e il giudizio politico sulla manovra non può avere sfumature e fa sorridere chi sostiene che va tutto inghiottito senza fiatare per spirito patriottico, perché la casa brucia. Ma l'incendio chi lo ha appiccato? E' vero, invece, che ci vorrà qualche giorno, dopo aver visto il testo definitivo del decreto legge, per capire bene le ricadute plurime sul "sistema valdostano" delle scelte governative e non bastano formulette di salvaguardia di pure stile (apodittiche secondo la Corte Costituzionale, quando sono tipo: "Fatte salve...") per essere tranquilli. La specialità va difesa articolo per articolo e anche partecipando alle riunioni importanti a Roma. Vedremo bene, più avanti, i contenuti puntuali.