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16 ago 2011

Lacrime, sangue e bugie

di Luciano Caveri

Letti i giornali, alla luce dell'evidente scherzoso post quotidiano, non si può non tornare - e avrete pazienza se lo faccio, ma non vorrei dare l'impressione di essermi trasferito su Marte - sulla manovra economica. Il Presidente Giorgio Napolitano, grande vecchio della politica italiana che vigila su di un Governo sempre più litigioso e diviso (ieri, scritto persino da "Il Giornale", quotidiano berlusconiano, Berlusconi e Tremonti hanno bisticciato al Quirinale nello studio del Presidente!), ha dettato la linea: fare in fretta. Immagino che da Bruxelles abbiano sollecitato il Capo dello Stato al suo ruolo di "persuasione morale" sull'Esecutivo, che pareva propenso a far passare Ferragosto e, invece, dovrebbe esserci già oggi il Consiglio dei Ministri per l'approvazione dell'atteso decreto legge che sarà, come si dice sempre ormai in queste occasioni, ricordando una celebre frase di Winston Churchill, «lacrime e sangue». Le ipotesi che circolano sono di tagli e sacrifici senza precedenti per la vastità dell'azione e pesanti senza alcun dubbio anche per i valdostani, che immagino che in larga maggioranza possano condividere il mio pensiero e cioè che per anni siamo stati presi per il naso sul fatto che «i conti sono a posto» per scoprire poi che siamo sull'orlo del precipizio. Le bugie hanno le gambe corte. Fa sorridere che i giornali dedichino pagine e pagine ai particolari delle decisioni, mentre lo stesso ministro Giulio Tremonti abbia, in Parlamento, detto pochissimo con la scusa che «le Borse sono aperte» e con un tono irriverente verso le opposizioni che sembra stridere con gli appelli ad atteggiamenti "bipartisan".