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15 ago 2011

Gli alieni fra di noi

di Luciano Caveri

La notizia dei continui avvistamenti di dischi volanti è la conferma della speranza che da un altro mondo arrivi qualcuno che, al posto di farci secchi, ci aiuti a risolvere quella matassa ingarbugliata di problemi che rende grama la vita di questi tempi. Per altro - con la sola eccezione del povero "ET" («telefono, casa», che creava oggettivi problemi di comprendonio) - la maggior parte dei film che, dalla nascita della cinematografia ad oggi, si sono occupati degli alieni li hanno dipinti come cattivoni pronti a conquistarci. Anche perché normalmente si darebbe per scontato che quelli che arrivano sino a qui sono più intelligenti e più sviluppati di noi e dunque ci tratterebbero come noi facciamo con le talpe o con gli scarafaggi. Forse, però, ha ragione quella corrente massimalista che osserva che è inutile costruire scenari più o meno catastrofici, perché gli alieni in realtà sarebbero già fra di noi, opportunamente celati. Qualche dubbio, non per darmi delle arie, io l'avevo avuto di questi tempi. Potrei denunciare alle autorità apparenti esseri umani, in diversi settori, che mi sembrano sospetti. Ho notato l'esistenza di persone oneste, corrette ed educate. Gente che non strilla, non inveisce, fa la fila e usa le posate. Ci sono persino persone che leggono i libri, accudiscono i figli e fanno sport. Pensate che ne conosco anche che si informano, reclamano i loro diritti e fanno delle proposte intelligenti. Alieni, senza dubbio, di cui noto la presenza anche in Valle. Fortuna che è stato chiuso Collegno, il manicomio piemontese dove finivano i matti valdostani, altrimenti avrei rischiato di finirci io, visto che magari questa mia scoperta degli alieni fra di noi potrebbe essere solo una paranoia.