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06 ago 2011

Anche i sardi si arrabbiano

di Luciano Caveri

Ci sono dei legami antichi fra la Valle d'Aosta e la Sardegna. Non solo per quella parte di storia comune sotto lo stemma dei Savoia, ma basta pensare a certe similitudini dei rispettivi Statuti d'Autonomia speciale o al fatto che un grande sardista come Emilio Lussu fu relatore alla Costituente del nostro Statuto o basta ricordare le pagine sulla Valle d'Aosta scritte dal sardo Antonio Gramsci o le discussioni sui rispettivi autonomismi che ho fatto più volte con il Presidente Francesco Cossiga, fierissimo di essere sardo. Ho sempre lavorato con i sardi nei diversi ruoli che ho avuto, specie con i presidenti di Regione. Ricordo discussioni interessanti con Renato Soru e, al "Comitato delle Regioni", lavori in comune con l'attuale presidente, Ugo Cappellacci. Mi colpisce perciò l'annuncio proprio di Cappellacci (e anche della Presidente del Consiglio, Claudia Lombardo) di voler lasciare il suo partito, il Popolo delle Libertà, per le continue violazioni del Governo Berlusconi dell'Autonomia speciale dell'isola. A far traboccare il vaso alcune scelte in tema di trasporti marittimi, i ritardi nelle norme d'attuazione e l'impugnativa alla Corte Costituzionale di una norma sulle entrate e sui precari. Una situazione interessante che si aggiunge - per fare un esempio di un'altra autonomia speciale - alle dichiarazioni del senatore sudtirolese Oskar Peterlini sul "processo lungo", ennesimo regalo al Premier e ai suoi guai giudiziari. Altro che accorciare i tempi dei processi! «Dopo la sconfitta delle elezioni amministrative e del referendum il Governo continua a emanare leggi ad personam con un'arroganza incredibile». Così Peterlini, che aggiunge: «ho ricevuto il mio mandato dai cittadini e lo userò contro questo Governo che, con la corruzione e gli scandali, infanga le istituzioni e provoca l'ira della popolazione contro la politica». La genuflessione verso il PdL, cara ad alcuni esponenti politici valdostani, appare ormai isolata.