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02 ago 2011

Il federalismo di cartapesta

di Luciano Caveri

Bene ha fatto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a chiedere informazioni su questa storia dei Ministeri al Nord. Il folklore anche in politica ci sta, ma anzitutto ci sono le istituzioni e bisogna distinguerle dai "desiderata" dei partiti politici, in questo caso della Lega (pare che sui muri degli "sportelli", oltre alla foto del Capo dello Stato, ci fossero ritratti di Bossi...). Dove sbaglia la Lega? Facile a dirsi: un federalista, come ho avuto modo di scrivere, i Ministeri li vuole chiudere e non aprire perché vuole che poteri e competenze vadano alle Regioni, sottraendoli allo Stato. Oltretutto la presenza a Monza (!) all'apertura degli "ufficetti decentrati" del Ministro del Turismo, Michela Brambilla, rendeva ridicola la cerimonia, essendo quel Ministero stato soppresso con un referendum voluto dalle Regioni (compresa la nostra) e riapparso per accontentare i desideri ministeriali della signora. Detto questo, completamente diverso sarebbe un disegno di delocalizzazione dei Ministeri, chiudendo le sedi romane, ma non è il caso in esame. Per altro, la Lega ha approvato la logica di "Roma Capitale" con l'apposita leggina applicativa della riforma costituzionale (sulla quale il mio voto fu negativo alla Camera) e dunque oggi non c'è da piangere, visto che la "particolarità" di Roma è stata accettata e condivisa, aggiungendo qualche cosa che i "padri costituenti" non avevano voluto scrivere, dopo la retorica fascista su Roma.