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26 lug 2011

Un libro istruttivo

di Luciano Caveri

Quando esci da un ospedale, il sentimento per tutti - se stai bene in salute - è sempre lo stesso: una sorta di sospiro di sollievo e la considerazione, quasi un fioretto, di non lamentarsi della quotidianità di fronte ai possibili orrori della malattia. Esiste questa rimozione della malattia: come camminare in punta di piedi per non svegliarla e ognuno ha i suoi modi per esorcizzarla quando c'è un dolorino o all'indicazione del medico di fare delle analisi. Così come mi sento terribilmente imbranato nella visita ad un amico malato alla ricerca della parola giusta. Ecco perché una delle letture estive, periodo in cui magari c'è più tempo per qualche libro, mi ha colpito: l'insieme dei racconti di Elena Loewenthal (qui ho raccontato la storia del papà partigiano in Valle) sotto il titolo "La vita è una prova d'orchestra" dell'Einaudi. Non è un libro facile proprio per la premessa che ho fatto. Si parla infatti delle malattie e i ringraziamenti dell'autrice - messi all’inizio e non alla fine - sono già il segno di cosa seguirà. E quel che segue sono le storie di una ragazza inchiodata nel letto come un vegetale dopo un incidente, dell'attesa di un rene per i dializzati, del lavoro negli ospedali e della scelta dei volontari, della vecchiaia e del cancro, così come di altre malattie. Forse un pugno nello stomaco, costruito con quella minuzia che la Loewenthal ha sempre mostrato nei suoi romanzi. Una scelta istruttiva, come dice una frase della scrittrice: «Nella malattia, dentro la vita».