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26 lug 2011

Stare molto attenti

di Luciano Caveri

Dopo tanti anni di politica, si sviluppa una specie di sesto senso in determinate circostanze. Attorno alla questione dei "tagli della politica" si riapre la discussione (di cui mi occupo io stesso nel "Calepin" qui a fianco) su dove adoperare le forbici. Le più a rischio, con un referendum all'orizzonte dei finiani, restano le Province, la cui inutilità è preclara. A rischio sono anche i Comuni più piccoli - ricordo che un tempo si immaginò come soglia per la soppressione quella dei cinquemila abitanti! - e da questo punto di vista la nostra competenza statutaria in materia non dovrebbe preoccuparci, ma dovrebbe comunque spingere sull'acceleratore della razionalizzazione e della gestione comune dei servizi nei Comuni "polvere" (come vengono definiti gli Enti locali minuscoli). Ma l'impressione che più colpisce è questo discorso ripreso in queste ore (ad esempio dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, ma anche da autorevoli leghisti, come il presidente della Provincia di Varese, Dario Galli) della riduzione drastica delle Regioni con l'accorpamento a quelle viciniore delle Regioni più piccole. E' vero che noi siamo tutelati da norme di rango costituzionale e che oggi - di fatto - sul nostro status esiste anche un ruolo eventuale di tutela dell'Unione europea, ma bisogna fare attenzione all'aria dei tempi e non sottovalutare certi rischi. Quando ero deputato, partecipai in prima persona alle discussioni sulla riscrittura dell'articolo 116 della Costituzione, quello che sancisce la "specialità", e vi assicuro che determinati timori non si dimostrarono già allora niente affatto infondati. E' vero che ormai si profilano le elezioni politiche anticipate e non sarà questo Parlamento ad occuparsi di "grandi riforme", ma è bene stare molto attenti al dibattito in corso.