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23 lug 2011

Farniente

di Luciano Caveri

I rischi che l'Italia si trovasse in braghe di tela come la Grecia erano nell'aria da mesi. Situazione grave, sempre negata, che invece è servita come spauracchio per un'approvazione della Finanziaria così rapida da non avere precedenti nei lavori parlamentari. Caso esemplare di come la verità sia emersa senza che nessuno sinora abbia pagato le bugie precedenti. Le grandi sconfitte della manovra sono le Regioni, che ne escono con le ossa rotte, come parabola finale di un decennio di retorica del «regionalismo ormai federalismo». Balle, purtroppo. Male ne escono anche le "Speciali", come ben spiegato nel documento unitario delle Regioni e non solo dal sottoscritto. Per operare i "tagli" non si è tenuto conto delle procedure garantistiche degli Statuti speciali e nel nostro caso degli accordi recentissimi che avevano portato al nuovo "riparto fiscale" con norma d'attuazione, come conseguenza - negativa per le nostre finanze - del sedicente "federalismo fiscale". Ora si aggiungono ulteriori "tagli" e nuovi lacci e lacciuoli assai nocivi per la nostra Autonomia speciale, che esce umiliata per la mancanza di elementari principi d'intesa. Immagino che si dirà che «Tout va très bien, Madame la Marquise!», prendendosi questa nuova legnata con composta "nonchalance" o, come si dice sempre in francese, con un italianismo, nella logica del "farniente".