Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
31 mag 2011

Aspettando la Finanziaria

di Luciano Caveri

Sui giornali esteri la notizia del "declassamento" dell'Italia della grande società di rating "Standard and Poor's" ci ha fatto subito mettere in graduatoria fra i Paesi, come la Spagna, che a causa della loro situazione di Bilancio - specie del debito pubblico - rischiano grosso. Quando scrivevo qui sotto dei rischi che il "sistema valdostano" potesse essere travolto dal crollo dell'Italia, fra crisi economica e credibilità della politica, ai minimi storici mi riferivo anche a questo. Personalmente trovo però che si continui a sottostimare il vero problema per l'Italia e di riflesso per il sistema di democrazia locale italiano. In passato la vera batosta sui bilanci regionali e sulla reale possibilità di spesa delle Regioni è arrivata dalla rigida interpretazione, spesso anche di comodo come copertura ai "tagli", del "Patto di stabilità" di origine europea. Due mesi fa, questo "patto" è stato arricchito da un accordo draconiano sulla "governance economica", il cui impatto "lacrime e sangue" sulle finanze pubbliche è stato calcolato in queste ore dalla Corte dei Conti con conseguenze devastanti sui tagli e sui risparmi che incideranno anzitutto sullo Stato sociale. Parlando di questo nuovo accordo al "Comitato delle Regioni", avevo notato come in nessun modo questa intesa fosse stata preceduta da una reale concertazione con il sistema autonomistico europeo a dimostrazione di un'inquietante mancanza di applicazione del tanto citato principio di sussidiarietà. In soldoni la riforma del "Patto di stabilità" (che doveva essere, a ben vedere, «di stabilità e di crescita») prevede meccanismi di rientro dal debito pubblico che - senza essere dei chiromanti - apparirà nella ormai solita Finanziaria estiva, di cui ora non si parla perché inciderebbe sull'esito dei "ballottaggi" nei grandi Comuni.