Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
28 mag 2011

Tagliare i Ministeri anziché spostarli

di Luciano Caveri

L'idea che i milanesi si impressionino, in vista del ballottaggio per le elezioni comunali, per lo spostamento a Milano proposto dalla Lega, di due Ministeri dimostra un'evidente ingenuità. La Milano di oggi, erede di una storia profonda e di un grande patrimonio culturale, credo che se ne faccia un baffo di "scippare" a Roma due carrozzoni burocratico - amministrativi. Peraltro, per quanto la delocalizzazione o, se preferite, il decentramento di strutture statali in modo "stellare" in tutta Italia possa avere un suo perché, il federalismo "vero" i Ministeri li chiude perché ad occuparsi di certe materie o è inutile o spetta alle Regioni. L'esercizio è semplice: si posso sopprimere un certo numero di Ministeri senza conseguenze. Possono essere chiusi senza alcuna ricaduta: "Riforme per il Federalismo" (Ministro Umberto Bossi), "Attuazione del Programma di Governo" (Ministro Gianfranco Rotondi) e "Semplificazione amministrativa" (Ministro Roberto Calderoli). Esempio di inutilità sono il Ministero della Gioventù (Giorgia Meloni), mentre erano stati soppressi con referendum sia il Turismo (rinato per dare una poltrona a Michela Brambilla) che le Politiche agricole (ora affidato al... "responsabile" Saverio Romano) e dunque si possono far sparire senza problemi ed anche il Ministero della Salute (Ferruccio Fazio) si occupa di materie regionali o comunali. Ma "potature" non ce ne saranno, anzi aumenteranno ulteriormente i Sottosegretari!