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17 mag 2011

Gli Stati nazionali non sono immortali

di Luciano Caveri

La crisi politica in Belgio ha da mesi superato il record di instabilità, visto che si è votato il 13 giugno di un anno fa e da allora i veti incrociati fra le due comunità linguistiche, fiamminghi e valloni, non hanno sortito la nascita di alcun Governo. Immaginarsi come si divertono i comici francesi, con le loro barzellette sui belgi, che sono le stesse nostre sui Carabinieri. Ora  potrebbe riavvicinarsi un nuovo tentativo, questa volta dato per vincente, del socialista Elio Di Rupo, figlio di immigrati italiani, che è perfettamente bilingue, pur essendo leader socialista della parte francofona. Perché non si vota? Lo spauracchio sono gli estremisti fiamminghi, che vogliono l'indipendenza, e che in caso di elezioni aumenterebbero i voti e il Belgio si avvierebbe alla separazione. Di Rupo dovrà fare un ultimo tentativo: aumentare il tasso di federalismo per evitare la fine del Paese. Ho già scritto qui che, a mio avviso, piuttosto che vivere come separati in casa, fra liti e incomprensioni, meglio il divorzio. In Europa ci sono già stati casi analoghi (Cecoslovacchia) e ne arriveranno altri perché gli Stati nazionali sono creature giovani e non immortali. Ma le istituzioni europee, ormai radicate a Bruxelles, guardano con apprensione agli sviluppi della crisi, perché la Capitale belga e anche dell'Unione non è facilmente "divisibile" e cresce l'idea di un "distretto europeo", una sorta di zona franca politica, nel nome dell'Europa.