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05 mag 2011

La beatificazione del Papa polacco

di Luciano Caveri

Dura circa un'ora e venti minuti lo "speciale", intitolato "Un Papa diventato Santo", in onda domenica su "Rai3" negli spazi televisivi di "RaiVd'A", a partire dalle ore 9.45 del mattino nella stessa giornata della sua beatificazione. Si tratta di una versione molto allungata del programma andato in onda ieri sera, con un buon successo negli ascolti, e che ripercorre la lunga storia delle visite di Giovanni Paolo II in Valle d'Aosta dal 1986 al 2004. Chi guarderà la trasmissione mi noterà, all'arrivo del Papa in piazza Chanoux ad Aosta, mentre sgattaiolo con un microfono portatile, quella sera del 6 settembre del 1986. Ero là per la telecronaca "Rai" della prima visita papale in Valle e l'indomani feci la diretta in nazionale della messa celebrata nel prato di Montfleury (dovetti studiare parecchio per non fare sbagli). Negli anni successivi, per le dieci vacanze papali, ho avuto il privilegio di incontrare il Papa, nei diversi ruoli pubblici che ho ricoperto, e ho delle bellissime fotografie del fotografo ufficiale del Vaticano anche con i miei figli piccolissimi. Il giudizio storico sul papato di Karol Wojtyla spetta certo a persone ben più esperte di me. Riascoltando i suoi discorsi ufficiali per montare il programma mi hanno, tuttavia, colpito due cose. La prima è la straordinaria accuratezza con cui veniva costruiti i suoi interventi pubblici: nessuna personalità in visita nella nostra Regione autonoma ha mai approfondito con tanto acume nei discorsi la realtà valdostana. La seconda, che ho commosso alcuni telespettatori che mi hanno scritto, è l'impressione del lento e inesorabile deperimento del Papa polacco colpito dalla malattia. Un uomo energico e brillante si trasforma in un anziano malato e sofferente e questo aspetto, specchio della fragilità umana, non può che colpire, qualunque sia - come dicevo - il giudizio sul suo Pontificato.