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24 apr 2011

La persona sbagliata

di Luciano Caveri

Leggete il suo sito "Guerrilla Radio" e capirete perché Vittorio Arrigoni (che si firmava "Vik da Gaza City") - barbaramente ucciso nella Striscia di Gaza da estremisti palestinesi - non può essere definito un "pacifista". Il suo odio virulento nei confronti d'Israele era pervicace, ideologico e imbevuto di un'acrimonia che con il pacifismo nulla ha a che fare e la sua scelta di campo in favore di Hamas era ben chiara, leggendo i suoi post, e ciò vuol dire parteggiare per dei terroristi (non dei "partigiani") che predicano l'uso della violenza e vogliono la distruzione dello Stato d'Israele. Si tratta - intendiamoci bene - di una posizione che rende ancora più terribile la sua morte, perché Arrigoni evidentemente non solo "si sentiva" filopalestinese ma "teneva" in modo viscerale per l'ala più antisemita e dunque il suo assassinio suona come una scelta stupida e illogica per quel gruppetto di estremisti islamici che lo hanno strangolato, dopo averlo torturato (ovviamente Hamas accusa Israele...). Per cui, eliminata tutta la retorica, resta il rispetto per la scelta di vita di Arrigoni, che aveva abbracciato una militanza difficile e pericolosa e, mondate da ingenuità e esagerazioni, certe sue denunce sugli eccessi e la cecità di Israele nei confronti dei palestinesi vanno prese sul serio perché le mancate soluzioni politiche creano drammi e ingiustizie e la violenza chiama violenza. Ricordo un incontro ad Aosta, tanti anni fa, con un Ambasciatore israeliano a Roma che volle conoscere in dettaglio la nostra autonomia speciale, conscio che senza una soluzione "costituzionale" nel rapporto fra israeliani e palestinesi lo spazio sarebbe stato occupato dai "falchi" dei rispettivi schieramenti e questo purtroppo è avvenuto con la scia di sangue che è arrivata fino ad Arrigoni. E' terribile pensare come avrà tentato di spiegare sino all'ultimo ai suoi rapitori di aver scelto la persona sbagliata.