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02 apr 2011

Gli "appleliani"

di Luciano Caveri

Ieri sera mi ha telefonato un amico, reduce dall'"Apple Store" di Grugliasco, e ancora sotto shock di fronte alla folla in delirio per acquistare l'"iPad 2", il nuovo modello del celebre tablet della "Apple" da ieri in vendita in Italia. Pare che siano stati solo seicento i fortunati a riuscire nell'impresa, in coda - in certi casi - dal giorno prima e alcuni che se sono andati via con le pive nel sacco erano comunque contenti di poter tenere l'oggetto cult del tagliandino utile per regolare le attese. Steve Jobs, fondatore della Apple, purtroppo gravemente malato, non ha solo inventato prodotti innovativi, ma anche una strategia di marketing che ha, alla fine, creato una sorta di setta di "appleliani" pronti a tutto per avere l'ultimo modello e sono adoratori della marca (leggete i blog specialistici e lo vedrete). Usando nella vita "iPhone" (tanto) e "iPad" (con giudizio), penso che il loro grande vantaggio sia la facilità d'utilizzo, la duttilità, le soluzioni originali. Quando verifico, con esperti del settore, come una larga parte delle piccole imprese valdostane restino restie all'uso del computer o addirittura non ce l'abbiano in azienda o se guardo quelle parti di popolazione più avanti con l'età che si arrendono, rinunciando al computer, o ai molti giovani che usano il computer per ridottissime funzioni, allora penso che i tablet possano davvero essere una delle soluzioni "à la carte" che potrebbe spingere molti a cominciare o a progredire. "Un computer in famiglia", che è stata una mia idea, era l'inizio di un percorso di forte alfabetizzazione e di "spinta" verso l'uso di certe tecnologie nella nostra comunità, di cui ora e purtroppo non capisco più gli sviluppi.