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04 feb 2011

Memoria

di Luciano Caveri

Si moltiplicano ormai le giornate dedicate alle celebrazioni più disparate, ma la "Giornata della memoria" di domani, per ricordare la tragedia dell'Olocausto, è una di quelle date davvero utili per non dimenticare. Per quel che mi riguarda, queste vicende sono intrise di ricordi familiari, come la scoperta sconvolgente di mio padre - internato ad Auschwitz con altri militari valdostani - di che cosa fosse un campo di sterminio e il riconoscimento come "giusto" dalla comunità ebraica di Torino per l'aiuto prestato agli ebrei che fuggivano dall'Italia dopo le leggi razziali. Per questo ad Auschwitz ci sono andato più di una volta e ho ho portato i miei figli a vedere questi luoghi, opportunamente preparati a reggere l'impatto emotivo, perché non c'è nulla di più istruttivo che visitare luoghi dell'orrore di questo genere e consiglio a tutti la lettura delle vicende storiche di questo campo di sterminio. Esemplare resta la testimonianza di Primo Levi, che - partigiano sulle nostre montagne - venne arrestato ad Amay nel dicembre del 1943 e finì proprio in quel campo, oggi territorio polacco allora territorio tedesco annesso al Reich. Stasera negli spazi di "RaiVd'A" consiglio di vedere il filmato "Razza Fede Crimine" di Patrizio Vichi che racconta la triste storia della famiglia Jona, ebrei torinesi, che - catturati ad Issime - finirono nel tritacarne dell'Olocausto e nel campo di sterminio furono uccisi la mamma Ilka e i due bambini Raimondo e Ruggero, mentre il padre Remo sopravvisse, con un dolore indicibile, alla strage della sua famiglia.