La registrazione audio della conferenza stampa di presentazione del sito, tenutasi alle 15 di mercoledì 2 ottobre nella saletta riunioni dei gruppi consiliari. Oltre a me, c'erano il capogruppo dell'Union Valdôtaine, Diego Empereur, il vice capogruppo Andrea Rosset ed i consiglieri Hélène Impérial e Piero Prola, che hanno offerto un gradito rinfresco alla fine dell'incontro con la stampa.
L'intervento integrale, nella mattinata di martedì 2 dicembre, durante la discussione generale in Consiglio regionale, sul bilancio di previsione 2009 e sulla legge finanziaria regionale.
Tema complesso ma essenziale, quello di prevedere l'intesa per la modifica del nostro Statuto speciale.
Senza pariteticità Valle d'Aosta-Stato, ogni riforma complessiva pagherebbe la mancanza di una logica pattizia.
Spero che la posta in gioco si capisca da questo mio intervento in Consiglio Valle. Buon ascolto.
Il Consiglio Valle ha tenuto, giovedì 21 maggio, la propria sessione comunitaria, occasione per fare il punto sulla politica europea. Io sono membro del "Comitato delle Regioni" ed ho parlato per la maggioranza.
La settimana scorsa, con un dibattito approfondito, il Consiglio Valle ha discusso la proposta di legge sulla montagna, inviata ora in Parlamento.
Penso possa essere interessante, per chi lo vorrà, ascoltare il mio intervento in aula.
Il mio intervento in Consiglio Valle, nel pomeriggio di mercoledì 2 dicembre, sul disegno di legge per l'istituzione, insieme al Piemonte, alla Liguria ed alle regioni francesi Provence-Alpes-Côte d'Azur ("Paca") e Rhône-Alpes, del "Gect", il Gruppo europeo di cooperazione territoriale sull'Euroregione "Alp-Med", approvato dall'Assemblea con 29 voti a favore.
Il mio intervento in Consiglio Valle durante la seduta europea del 26 maggio 2010 in apertura dell'esame del documento pluriennale di indirizzo sulle attività della Regione in campo europeo ed internazionale.
Il mio intervento integrale, "a braccio", in Senato, che potete vedere anche qui, in qualità di capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni", in occasione della cerimonia "A 40 anni dalla prima elezione dei Consigli delle regioni a statuto ordinario: sistema delle autonomie e riforma del Parlamento" che si è svolta a Palazzo Madama alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del presidente del Senato Renato Schifani, del presidente della "Conferenza dei residenti delle Regioni", Vasco Errani, del rappresentante della "Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali", Nazario Pagano, e del Ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto.
La comunicazione politica, cioè l'insieme di strumentazioni che un politico può mettere in campo per dialogare con l'opinione pubblica (in parte suo elettorato), mi ha sempre interessato.
Ciò è in parte dovuto alla mia formazione giornalistica, ma anche alla convinzione che per l'eletto esplicitare le posizioni e le iniziative è un obbligo insito nel ruolo.
D'altra parte è questa la ragioni della nascita e del mantenimento di questo spazio sul Web e di una serie di altre iniziative, pur se in questo periodo - come qualcuno mi rimprovera - il mio profilo è basso e non potrebbe essere altrimenti.
Ma questo non vuol dire non seguire l'evoluzione dei metodi di comunicazione politica che incalzano e ci porteranno chissà dove, anche se in Valle d'Aosta la piccolezza ci consente maggiori legami personali di quanto possa avvenire altrove.
Ci pensavo ricevendo da un amico una "chicca" rinvenuta in un suo archivio: si tratta dell'audio di una "cassetta" che inviai ai giovani elettori in occasione delle elezioni politiche del 1994. Direi che una qual certa velocizzazione, immagino dovuta ai riversamenti, crea una voce un po' strana in questa registrazione che emerge dal passato, ma vi devo dire che trovo ancora oggi "ragazzi" (o "ragazze") di allora che rimasero fortemente colpiti dalla modernità del mezzo che a suo tempo venne prescelto come contatto.
Ai tempi della rete farà pure sorridere, ma allora non era così.
Qui sotto potete ascoltare il mio intervento di giovedì 2 dicembre in Consiglio Valle sulla manovra finanziaria regionale. Spero che si capisca che è stato fatto "senza peli sulla lingua".
Dovendo aggiungere qualche cosa, rispetto anche al complesso degli interventi, vorrrei solo osservare che resta - a mio modesto avviso - piuttosto indeterminato il ruolo attuale del PdL, per altro diviso al proprio interno come dimostrato dall'intervento di Enrico Tibaldi.
Sarà il tempo e l'insieme degli avvenimenti a Roma del post fiducia (o forse post sfiducia) a "illuminarci" sulle prossime tappe e credo che ciò sarebbe utile per elementari ragioni di chiarezza.
Sono stato relatore in Consiglio Valle di una legge novellata sulla toponomastica.
Un argomento da non sottostimare affatto, perché i luoghi ci parlano da ogni angolo della nostra Valle attraverso i nomi che i valdostani di tutte le epoche hanno dato alle diverse località con ingegno e fantasia e con stratificazioni linguistiche che ci riportano all'alba del popolamento del nostro Paese con tutte le influenze successive.
Di queste definizioni, che sono naturalmente in continuo movimento perché non esiste una fissità museale, bisogna essere attenti custodi proprio per questi aspetti culturali e le evidenti implicazioni storiche.
Ho avuto modo di intervenire in aula e quella che vi riporto è la registrazione del mio intervento, che mi auguro possa risultare interessante per i frequentatori del mio sito.
Il Consiglio Valle, dopo mesi o forse anni di manovre di avvicinamento, ha votato l'allargamento della maggioranza regionale al PdL.
L'UV "apre" così alla Destra che governa a Roma, dopo riunioni interne che hanno seguito la linea tracciata dai vertici.
La mia posizione, per chi frequenti il sito, è ben nota e critica per una serie di ragioni che ritengo fondate e che difendo.
Quello che potete ascoltare qui è il mio intervento in aula, che riassume una buona parte dei miei pensieri.
Senza peli sulla lingua, come mio costume, anche se non credo mi porterà bene...
Nella sessione europea di mercoledì 18 maggio sono intervenuto nell'aula del Consiglio Valle nella speranza di riuscire, in un tempo ragionevolmente breve, a mettere insieme un certo numero di argomenti.
Spero di esserci riuscito perché questa è una delle poche occasioni pubbliche in cui mettere assieme un anno di attività al "Comitato delle Regioni".
Un lavoro che mi consente di tenermi in esercizio, visto che sul piano regionale stare in panchina (o forse in tribuna) potrebbe rischiare di arrugginirmi e invece la prima regola in politica è quella di tenersi aggiornato sugli argomenti cardine per il nostro futuro in chiave europea.
L'Europa siamo noi e la Valle ha una storia lunga e coerente di pensieri e azioni a favore dell'integrazione europea e, di fronte a certe delusioni delle tribolazioni dell'Unione europea, bisogna mantenere i nervi saldi e lavorare con impegno e serietà.
Il federalismo è non solo un sistema di ingegneria costituzionale, ma è una forma mentis che deve uniformare un modo di pensare che, pur piccoli, ci obbliga a pensare in grande.
Oggi in Consiglio Valle sono intervenuto sulla manovra finanziaria estiva sulla base di una risoluzione delle opposizioni. Si è sviluppato un dibattito di buon livello.
Non è sempre facile parlare a nome del Gruppo, viste le diverse "sensibilità", ma credo di non essere venuto meno alle mie convinzioni che registro quotidianamente in questo spazio.
Difficile dire dove andremo a finire, ma è bene essere vigili.
Partendo da una leggina con modifiche minimale sulla legge sui simboli della Valle d'Aosta del 2006, ci si è trovati alla fine in Consiglio Valle a discutere dei problemi della "Festa della Valle d'Aosta".
Ora, la nuova normativa accorpa la "Festa della Valle d'Aosta", che è stata celebrata in concomitanza con il Patrono di San Grato, il 7 settembre, con la commemorazione dello Statuto speciale, che si tiene l'ultima domenica del mese di febbraio. Inoltre, viene consentita, nei Comuni della valle del Lys, l'esposizione della bandiera della comunità walser accanto alla bandiera italiana, europea e regionale ed è previsto che i "Rendez-vous citoyens" - le iniziative dirette alla sensibilizzazione sui temi dell'educazione civica rivolte alle istituzioni scolastiche e ai giovani residenti in Valle, possano essere organizzati dalla Presidenza della Regione, dall'Assessorato regionale dell'istruzione e cultura e dal Consiglio Valle e siano allargati all'insieme della popolazione.
Essendo stato il "papà" della prima legge, l'occasione è valsa per fare qualche ragionamento che spero possa risultate interessante riascoltare qui sul sito.
Emoziona sempre, ma è anche un gran piacere, prendere la parola al congresso dell'Union Valdôtaine. Siamo di fronte, infatti, alla più grande assemblea democratica che in Valle è possibile riunire con oltre quattrocento persone provenienti da tutti i paesi. Molti, dopo tanti anni, sono amici con cui si sono condivise tante battaglie.
L'emozione poi deriva dal fatto che - chi l'ascolterà lo verificherà - ho cercato di parlare con franchezza e non in "politichese". Non si trattava di parlare contro Tizio o Sempronio ma di esprimere preoccupazioni e disagi che valgono in senso assoluto e non solo sulla base delle questioni contingenti.
Spesso, di questi tempi, in casa unionista c'è chi tace in pubblico quel che sostiene in privato. Un "doppio binario" che deriva dall'idea di "disturbare" o dal timore di prendersi una lavata di capo.
Il confronto delle idee, che a al di là delle persone, deve essere invece la forza di un movimento autonomista, che deve avere una logica "plurielle" proprio per mantenere quel carattere di partito "di raccolta" senza il quale sarebbe destinato a continuare a perdere pezzi.
E' un tema antico che attraversa la storia dell'UV fra unioni e disunioni. Mai come oggi l'unione nel pluralismo delle posizioni e in un uso intelligente dei meccanismi democratici è una necessità di fronte alla crisi, tema portante del congresso unionista.
La manovra finanziaria regionale, approvata dal Consiglio Valle, è stata discussa in un clima kafkiano, visto che già si sa che il "decreto Monti" farà dimagrire il bilancio regionale di una cinquantina di milioni di euro.
Non sono bruscolini, pensando ai "tagli" già precedentemente incassati e che mutano ogni volta la stabilità del nostro riparto fiscale.
Nella lunga maratona oratoria che impegna i consiglieri si susseguono gli interventi. Io il mio l'ho già fatto e non mi sono perso nel dedalo dei numeri, ma nella sostanza che resta politica.
Propongo qui il mio intervento in Consiglio Valle riguardante l'"affaire" sviluppatosi dopo la lettera, scritta da Hélène Imperial e da me, al Presidente del Consiglio, Alberto Cerise.
Ho detto e ribadito quel che penso con un tono che penso sia stato pacato ma fermo. Non si trattava, infatti, di "fare gli incendiari", perché quelli sono atteggiamenti che servono a poco, ma di essere coerenti rispetto alle proprie idee. Propongo l'intervento alla vostra attenzione proprio per questo.
Su questa vicenda si è scritto molto e in molti mi hanno espresso il loro sostegno su di una battaglia di principio. Mi spiace per chi, in buonafede, non ha capito, per chi, invece, è in malafede resta poco da dire.
La politica non è un elemento astratto: è, per fortuna, non solo fatta da calcoli e strategie, ma anche di sentimenti. In queste circostanze sono stato molti e diversi fra di loro. Ma quel che conta è averlo fatto nella convinzione che le istituzioni vanno rispettate.
Sessione europea del Consiglio Valle. Inutile negare che per me, membro del "Comitato delle Regioni" ed europeista convinto, ma conscio dei limiti attuali, l'occasione è ghiotta. Per cui, derogando alla consueta sintesi, ho parlato più a lungo del solito nell'aula di Place Deffeyes.
Sono andato "a braccio", con numerose digressioni, per cui chiedo venia se talvolta apro e chiudo parentesi, perdendo in razionalità in favore dell'ascoltabilità.
Come credo si capisca sono argomenti che mi appassionano e mi consentono di approfondire temi che considero molto utili per la Valle.
Brutta gatta da pelare la storia del trenino di Cogne. Vicenda che mi ha fatto soffrire per l'esito disastroso: l'esercizio non è possibile. Una sconfitta, di certo.
E' importante, tuttavia, capire che il trenino non può e non deve avere collegamento con l'indispensabile valorizzazione delle antiche miniere di Cogne.
Ciò deve avvenire con scelte valide e corrispondenti alle finanze pubbliche di oggi, in cui nessuno può pensare a voli pindarici. Bisogna valorizzare stando coi piedi per terra un patrimonio importante per i cogneins, per i valdostani, per le Alpi intere e per un mondo turistico e culturale che può trovare in quei siti elementi di grande originalità.
Nel Cantone di San Gallo, il 29 giugno si riuniranno i presidenti di tutte le Regioni alpine (ciascuna con la definizione del proprio ordinamento costituzionale).
La sfida è quella di proporre, attraverso un'azione comune e un Paese proponente nel Consiglio europeo (potrebbe essere la Francia), una strategia per una macroregione alpina.
Il tema è politicamente decisivo per il nostro futuro in un'epoca così complicata in cui - dal fondo del pozzo di una crisi che avvolge tutto di un pessimismo nero - è bene respirare l'aria pura di un futuro condiviso per le Alpi.
Lo dico credendoci davvero e sapendo quanto rischio di retorica ci sia sul tema. Ma il dibattito consiliare dimostra, anche con l'unanimità sul documento, che su certi argomenti "alti" si può trovare una linea d'azione congiunta e ne sono lieto.
Bisogna accordarsi sulla questione migranti e sul Patto di stabilità e molti altri dossier, compreso il nostro Traforo del Monte Bianco, e Matteo Salvini invita Marine Le Pen a Pontida e flirta con la destra tedesca nera come il carbone.
Ha ragione oggi sul Corriere, nella rubrica delle lettere, nel così argomentare Aldo Cazzullo: ”Se tu hai bisogno del presidente francese, e poi inviti alla tua manifestazione più importante la rivale del presidente francese, da lui battuta due volte alle due ultime elezioni, è difficile che poi il presidente francese ti dia una mano. Il concetto è talmente intuitivo da far venire il dubbio che Matteo Salvini abbia invitato a Pontida Marine Le Pen proprio per creare qualche problema a Giorgia Meloni. Neppure l’alleanza con l’estrema destra di Alternative für Deutschland rappresenta il modo migliore per cercare l’aiuto di un cancelliere socialdemocratico. Questo proprio perché in politica non esistono buoni e cattivi, ma leader che fanno gli interessi dei propri Paesi. E trovare un accordo con i principali governi europei fa parte dell’interesse nazionale italiano”.
Parole chiare e condivisibili