Ci sono casi clamorosi di impotenza dei pubblici poteri ed è lecito chiedersi come sia possibile.
Scendevo in macchina in queste ore dal Colle del Gran San Bernardo, uno dei luoghi più belli della nostra Valle, che segna il confine con la Svizzera in un ambiente artico, reso possibile dall'alta quota.
Va riconosciuto che questa strada, resa carrozzabile nei primi del Novecento ma luogo di transito millenario, ha un suo fascino in quello snodarsi curva dopo curva e l'Anas ha investito parecchio nella sicurezza e nella sua manutenzione, ben più di quanto abbia fatto per il Colle "gemello", il Piccolo San Bernardo verso la Francia.
Ma quel che ammorba il Colle - e l'ho visto l'altro giorno come semplice conferma - è l'assalto dei motociclisti, che considerano legittimamente l'itinerario uno dei più belli di tutte le Alpi per percorrerlo in moto. Non ci sarebbe niente di male in questa attrazione, se non fosse che fritte di appassionati delle moto di grande cilindrata scambino, quasi sempre in gruppi numerosi, questa strada per un circuito da affrontare a manetta in spregio a qualunque regola di sicurezza.