April 2022

La Foire d'aprile

I banchetti della Foire già pronti nel centro di AostaNo, non è un pesce d'Aprile, come potrebbe indicare la data odierna. Domani e dopodomani le strade del centro storico di Aosta ospiteranno davvero la "Foire de Saint Ours", la celebrazione senza eguali sulle Alpi dell'artigianato tipico con il suo seguito di altre espressioni della valdostanità. Così è stato deciso attraverso questo spostamento dal 30 e 31 gennaio, date canoniche, per non buttare via anche questa edizione a causa della pandemia, che per fortuna sembra attenuarsi, consentendo momenti di aggregazione popolare. Anzi, per essere precisi, proprio in queste ore si è usciti dallo stato di emergenza dopo tanto tempo e dunque le misure di restrizione principali si sono ridotte e cesseranno definitivamente nelle settimane a venire. Il che non vuol dire affatto far venire la prudenza necessaria in un bagno di folla come quello che si prevede in Fiera.

Strade verso l'Europa

Un tratto dell'autostrada A5Bisogna, con rinnovata energia, fare il punto sul futuro dei gangli vitali della viabilità internazionale, indispensabili anche per i valdostani, che attraversano la Valle d'Aosta. I collegamenti - senza partire nella storia dalla "Strada delle Gallie" che Augusto volle per collegare la Gallia Cisalpina con la Gallia Transalpina - sono sempre stati, con il sistema dei Colli Alpini del Grande e del Piccolo San Bernardo e di altri attraversamenti minori, una delle caratteristiche salienti di questa nostra terra.
Falliti purtroppo tutti i progetti di tunnel ferroviari attraverso le Alpi, la Valle è diventata protagonista nel dopoguerra dello sviluppo della motorizzazione con i due principali progetti, di cui oggi percepiamo a pieno la grandezza: i trafori del Gran San Bernardo e del Monte Bianco.

Sant'Orso: una luce in fondo al tunnel

Ognuno vede la luce in fondo al tunnel a proprio modo.
Io l'ho vista oggi, percorrendo le vie di Aosta. Quelle del centro che ho visto così tante volte ospitare la Fiera di Sant'Orso, che ha traslocato temporaneamente da gennaio ad aprile.
Una nevicata la sera prima aveva creato un ambiente invernale, come un regalo scherzoso del Santo taumaturgo, specializzato nella chiesa a suo nome nella cura del mal di schiena per chi strisci sotto un altare a lui dedicato.
La luce sta nel ritorno alla quasi normalità nella manifestazione più grande che si organizzi in Valle d'Aosta. Era ora che si uscisse - e non solo nell'estate scaccia virus - ad incontrare persone senza essere troppo guardinghi e malgrado le mascherine ancora sul volto.
La normalità quando diventa eccezionale è già qualche cosa e vedere i banchetti degli artigiani, in una varietà senza eguali, fa stare meglio. Si incontrano amici e conoscenti, si mangia e si beve qualcosa e non è per sfamarsi ma per stare assieme.
Mancano le cantine notturne, private della solita fantastica mobilità dall'una all'altra, ma ci si contenta di quel che c'è perché è tantissimo rispetto al vuoto delle molte manifestazioni scomparse, che ci avevano reso più soli.

Responsabilità

Responsabilità...«E dunque cosa capita in politica?». Ovvio che in queste ore della "Foire de Saint Ours" abbia dovuto rispondere più volte a questa domanda, dopo la scelta di un consigliere di maggioranza di passare all'opposizione, cambiando partito.
Come noto - e penso che alcuni lo ritengano un male - scrivo quotidianamente di cose varie e dunque sarebbe strano omettere argomenti di attualità, come il ritorno a quel maledetto numero di 18 consiglieri su 35 che assilla la politica valdostana per colpa di un premio di maggioranza nell'attuale legge elettorale fissato troppo in alto, come mi ero permesso di dire quando se ne discuteva.
In fondo questo conta poco, perché intanto tocca confrontarsi con la realtà, che può non piacere ma così è. Non mi metto a discutere delle scelte personali, perché di quelle risponderà chi li ha fatte.

La libertà liberatrice

Soldati ucrainiLa lettura dei giornali cartacei, fosse anche nella comoda versione digitale che personalmente uso all'alba, diventa sempre meno legata alla notizia nuda e cruda. Quella arriva più in fretta con i media che seguono l'attualità minuto per minuto e ce la restituiscono nella loro immediatezza.
Ma il giornale ci torna su con la forza della scrittura e soprattutto con la logica del commento, che offre comprensione dei fatti e ricostruzioni che stimolano il ragionamento. Sta a noi, immagazzinati idee e pensieri, fare la sintesi e formarci un'opinione.
Ci pensavo mettendo assieme due articoli poco distanti, che derivano dalla più pacata lettura domenicale del "Corriere", cominciando con Beppe Severgnini, che osserva un fenomeno in corso: «Sta salendo rapidamente il numero degli italiani convinti che il rischio sia diventato troppo grande: meglio finirla qui, lasciamo che Vladimir Putin si dichiari vincitore, e aiutiamo a ricostruire quel che resta dell'Ucraina».

Crimini contro l'umanità

Una delle vittime dell'eccidio di BuchaE' orrendo vedere le fotografie scattate in Ucraina da coraggiosi fotoreporter, alcuni dei quali uccisi dai russi. L'apice si è raggiunto con le immagini dei civili barbaramente uccisi a Bucha, una città vicina a Kiev. Incredibile che anche in Italia qualcuno abbia cavalcato la propaganda russa, che ha sostenuto che non fosse null'altro che una messa in scena.
Se non ci fosse la minaccia nucleare, di cui Vladimir Putin si approfitta, non ci sarebbero dubbi da parte mia sulla necessità di un intervento massiccio degli eserciti occidentali contro l'aggressore.
Putin, se a lui non ci penseranno i suoi concittadini, dovrà rispondere dei suoi atti e con lui tutti coloro che ne stanno assecondando la follia sanguinaria, che va denunciata senza tabù diplomatici.

Caro Alexis

Alexis...Caro Alexis,
sei il mio figlio più piccolo e mi indirizzo a te, perché i tuoi "fratelloni", Laurent e Eugénie, sono ormai adulti e come tali sanno ben capire questa guerra terribile scoppiata in Europa.
So bene che a scuola ti hanno spiegato quanto sta avvenendo: ho visto quanto vi hanno fatto leggere e dunque condivido l'approccio sensato che hanno avuto nello spiegarvi con garbo quanto sta avvenendo. Il silenzio sarebbe stato negativo, quando le immagini dell'orrore irrompono dai televisori di casa nostra. Anche noi genitori ti abbiamo spiegato i fatto e tu, ormai quasi dodicenne, hai ascoltato, hai chiesto e hai capito. Segno che siamo riusciti - assieme ai tuoi insegnanti - a spiegarti la drammaticità dei fatti. E' importante farlo, perché voi ragazzini ne parlate fra di voi e con il vostro telefonino (so che sei stato l'ultimo della tua classe ad averlo) o con il tablet potete comunque curiosare, malgrado i controlli parentali che ti impediscono di esagerare.

Un Ministro amico

Io col presidente Erik Lavevaz ed il ministro Jean-Baptiste LemoyneMi ha fatto molto sorridere Jean-Baptiste Lemoyne, classe 1977, quando ha raccontato del suo primo viaggio in Valle d'Aosta più di 25 anni fa con la sua "R4". Vide sui muri in epoca delle elezioni politiche la mia faccia come candidato e ha spiritosamente commentato del piacere di essere seduti a tavola assieme con un bicchiere di buon vino valdostano in mano.
La politica l'ha poi fatta anche lui ed oggi è, riporto dalla sua biografia: "Ministre délégué auprès du ministre de l'Europe et des affaires étrangères, chargé du tourisme, des Français de l'étranger et de la Francophonie et auprès du ministre de l'économie, des finances et de la relance, chargé des petites et moyennes entreprises".
Questa esperienza governativa iniziò dal 2017 con altri incarichi sempre confermati sino ad oggi e che sono seguiti a esperienze politiche locali ed all'elezione come senatore nel 2014.

Contro la scimmia

King Kong nel film del 2005Questa parte della nostra vita sembra per tutti una corsa ad ostacoli faticosa e imprevedibile.
La pandemia ci ha lasciati stremati e sono tanti coloro di tutte le età che soffrono di postumi fisici e psicologici. Potremmo usare un'espressione della mia generazione - che si usava purtroppo per gli eroinomani - «avere la scimmia» o «avere la scimmia sulla spalla» è un aforisma di origine americana; il detto deriva dalla frase «Monkey on one's back» («Scimmia sulla schiena»).
La "scimmia" è stata per un lungo tempo la paura di ammalarsi e, per chi aveva fatto il covid, di ricaderci. La "scimmia" è stata una clausura domestica, l'isolamento sociale, l'affastellarsi di regole spesso contraddittorie, la crisi economica con conseguenze gravi e anche, purtroppo, la morte che ha colpito parenti e amici. Il timore è che torni e questo pensiero è segnato sul calendario per dopo l'estate.

Referendum bocciato!

L'articolo 15 dello Statuto speciale attualmente in vigore fu frutto - lo testimoniano gli atti della Camera dei deputati - di quanto scrissi allora nella legge costituzionale 31 gennaio 2001, numero 2 che regolamenta la legge statutaria sulla forma di governo.
Per questo sin da subito ho ritenuto inammissibile il referendum presentato da varie forze politiche per addivenire all'elezione diretta del presidente della Regione, cui sono contrario e non a caso già nel lavoro parlamentare bocciai l'opzione secca del presidente eletto dal popolo che altri proponevano anche per noi.
Bocciatura decisa ora dalla Commissione regionale per i procedimenti referendari, composta dai giuristi Raffaele Caterina, Elisabetta Palici Di Suni Prat e Francesco Dassano.
Hanno fatto bene: chi ha scelto la scorciatoia del referendum irrispettosa dello Statuto ha invece fatto male e le motivazioni poste per cassare la proposta di legge con allegato referendum sono severe in punta di diritto costituzionale.
Cito solo un passaggio: "Una legge approvata a norma dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto, che disciplina con speciale procedura l'adozione e il controllo delle leggi "statutarie", non potrebbe pertanto essere abrogata da una legge regionale ordinaria, e neppure da un referendum, né potrebbe, del pari, essere sottoposta ad un referendum propositivo.
L'unico referendum ammissibile per le leggi approvate a norma dell'articolo 15 dello Statuto è quello previsto dallo stesso articolo 15, e cioè il referendum regionale, richiesto da un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio della Valle entro tre mesi dalla pubblicazione della legge approvata dal Consiglio a maggioranza assoluta"
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Si chiude così questo tentativo ardito.

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