July 2020

Culicchia e il "politicamente corretto"

Giuseppe CulicchiaMi è capitato in passato di raccontare la storia dell'espressione "politically correct", nata negli States negli anni Trenta in area comunista, per affermarsi come bandiera progressista negli anni Sessanta, ma poi dal decennio successivo si è spostata in area radical-chic e infine dagli anni Ottanta con il reaganismo viene usata in modo sprezzante dalla Destra.
Importato in Italia, il "politicamente corretto" mantiene i suoi fans ed arma i suoi detrattori. A me è capitato di dire che il "politicamente corretto", troppo spesso nella sua versione più ottusa e guardinga, viene sbandierato in Italia e paralizza molti ragionamenti «per paura di...». Di fatto è una sorta di censura preventiva assolutamente ridicola e ciò non ha nulla a che fare con doveri, obblighi e norme.
Ora, anche se legittimamente non si deve essere sempre d'accordo ma per gran parte lo sono, esce una geniale raccolta per Feltrinelli dello scrittore e saggista Giuseppe Culicchia, il cui titolo è tutto un programma e ne risulta una lettura godibile grazie ad una scrittura e a contenuti mai banali. Si chiama, infatti, "E finsero felici e contenti: Dizionario delle nostre ipocrisie".

La statalizzazione impera

Il palazzo della 'Finaosta', la finanziaria regionaleLa "Cassa Depositi e Prestiti", in questi mesi, è stata considerata come una meravigliosa corazzata dello Stato, pronta a tutto grazie all'opulento risparmio postale, con azioni che peseranno sulle spalle dei cittadini, che potrebbero veder sparire i loro soldi in operazioni troppo spesso a rischio.
L'idea di base, attorno a vicende annose come "Alitalia", siderurgia "Ilva" a Taranto, futuro di "Tim" e "Open Fiber" e naturalmente di "Autostrade", è il ritorno alla statalizzazione di interi comparti dell'economia.
Se già la tendenza era avviata, figurarsi cosa sta avvenendo in tempo di "coronavirus" e conseguente crisi economica, con un crescente ruolo di salvataggio e di assistenza (spesso assistenzialismo) dello Stato. Questo archivia per sempre, ed è un bene, logiche grottesche di ultraliberismo, ma è fuori dalla Storia chi pensa di buttare via un liberismo basato su principi ragionevoli di concorrenza e di un ruolo ben vigilato dell'imprenditoria privata.

Pinocchio: il bugiardo è cattivo

Un'immagine dal 'Pinocchio' di Matteo GarroneGuardavo l'altra sera in televisione uno dei tanti film su "Pinocchio" assieme al mio bimbo piccolo. Si trattava della pellicola del 2019 diretta da Matteo Garrone, con Roberto Benigni nei panni di Geppetto. Una versione cinematografica interessante del celebre libro ottocentesco - grande classico della letteratura pedagogica - di Carlo Collodi, che conta 240 traduzioni nel mondo ed è secondo solo a "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry.
C'è un bel saggio di Piero Dorfles: "Le palline di zucchero della Fata Turchina. Indagine su Pinocchio" della Garzanti, in cui in un passaggio sintetizza molte cose: «il burattino della prima fuga, del grillicidio, della vendita dell'abbecedario e dell'ingresso al teatro delle marionette, del seppellimento delle monete d'oro, è un bambino sventato che agisce senza riflettere, che non ha altro progetto che assecondare il senso del piacere, "fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo"».

L'Assessorato alla gentilezza

Stefania Bonin, assessora alla gentilezza del Comune di GabyConfesso le mie colpe: avrei voluto scrivere un pezzo ironico, ma poi non ce l'ho fatta. Leggevo, infatti, su "Aosta Sera" questa notizia: "Il primo assessore alla gentilezza della Valle d'Aosta si trova a Gaby. Si tratta di Stefania Bonin, già assessore al turismo del paese. Ad inizio settimana la donna ha ricevuto la delega alla gentilezza dal proprio sindaco Francesco Valerio. Fra le prime buone pratiche gentili che intende proporre nel proprio Comune, c'è "La passeggiata della gentilezza", con l'obiettivo di sensibilizzare sull'importanza del rispetto dell'ambiente. Per la neo assessora alla gentilezza è importante parlare e praticare gentilezza, «perché è così che possiamo continuare ad essere una comunità affiatata»".
Programma che, avendo messo da parte ogni facile battuta, mai come questi tempi appare d'attualità con un mondo della politica valdostana che, già lacerato per conto suo, oggi è ancora peggio ad un mese dalle elezioni regionali e comunali. Noto sgarbi, veleni, maldicenze, ambiguità, villanie di grande ampiezza e insolita eco. Brutta storia per il presente e il futuro.

Partito di lotta e di governo

Un nostalgico manifestante in piazza Chanoux, ad AostaL'ossimoro è una figura retorica che mi ha sempre incuriosito. Ce ne sono di bellissimi: «silenzio assordante», «morto vivente», «urlo muto», «assenza ingombrante», «soli assieme», «fredda passione», «verità false», «stima esatta», «dolcezza amara».
E' il caso di una vecchia definizione, che ogni tanto torna, e che recita "partito di lotta e di governo". Espressione che nasce a sinistra, ad essere precisi nel Partito comunista degli anni '70 nella sua marcia di avvicinamento verso il potere ma senza rinunciare alla retorica e alla comodità di stare all'opposizione. Logica double-face.
Oggi il caso di scuola sono quei partiti che giocano la doppia partita di essere governativi e antigovernativi. Ce ne sono anche in Valle d'Aosta: l'esempio più classico è chi ha fatto parte del Governo Testolin, l'ultimo nato prima delle elezioni anticipate in Valle d'Aosta, sia organicamente, stando in Giunta, sia facendo parte della maggioranza che lo ha espresso e poi sostenuto.

Gli ebrei in Valle d'Aosta

Il nuovo libro di Paolo Momigliano LeviE' un libro accurato di 636 pagine, che inserisce la storia locale in un documentato e ampio disegno di ricostruzione storica nazionale e internazionale, perché tutto si tiene. Questo consente anche al lettore meno informato di non perdersi nel flusso della Storia, avendo nel testo e anche nelle preziosissime note elementi che permettono di capire.
L'autore è Paolo Momigliano Levi, storico serio e coriaceo, che apprezzo da sempre per la sua dirittura morale e per quella sua minuzia nelle ricerche. Nulla viene mai lasciato al caso nella descrizione dei fatti e delle persone attraverso un uso sapiente dei documenti di varia fonte.
Il titolo del libro è "Passaggi - Ebrei in Valle d'Aosta", pubblicato da LeChâteau assieme all'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea della Valle d'Aosta nella "Collana ebraica storie e memorie".

Sei un merlo!

Un merlo su un alberoVive nel mio giardino una famiglia di merli, che vedo più saltellanti in giro per il prato che volanti. Penso che ormai mi riconoscano e non si spaventino affatto della mia presenza "umana". Anzi, ritengo che mi considerino uno di famiglia, la loro.
Mi incuriosisco, come talvolta capita e cerco anzitutto su "L'Etimologico": "mèrlo (secolo XIII "uccello"; seconda metà secolo XIII "sporgenza in cima alle mura"), uccello simile al tordo. Formazione latina di origine indoeuropea: latino tardo "merŭlu(m)", latino classico "merŭla", femminile".
Sarebbe dunque l'uccello, ma anche il pezzo di muro di tanti nostri castelli che ricorda il pennuto, ma anche il "merletto" come tessuto. Ci sono anche il vino e vitigno "merlot", che ricordano il colore scuro del merlo traslato sugli acini d'uva.

Horror vacui

Piazza Chanoux ad Aosta vuota durante il lockdownDi questi tempi mi trovo a dover prendere decisioni che turbano il mio consueto tran tran e dunque, pur raramente sedendomi sul mio vissuto quotidiano, ciò comporta una visione prospettica superiore rispetto alla normalità. Mi sforzo di ragionarci non perché nella vita si possa pianificare il futuro con ragionevoli certezze, ma perché non varrebbe neppure vivere, aspettando che chissà quale destino ti trascini da qualche parte.
Mi riconosco in una frase di Italo Calvino: «Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore».
Tuttavia questo non significa affatto non trovarsi obbligati a domare certe inquietudini.

Maledette zanzare

Una zanzara...Ogni tanto capita di giocare con gli amici su che cosa far scomparire dal mondo. Se si tratta di mondo animale e non di esseri umani che ci stanno sugli zebedei e verrebbero volentieri annotati nell'elenco dei papabili all'estinzione, non ho dubbi: le zanzare!
Mi hanno sempre morsicato, fin da piccolo, quando le combattevamo a colpi di "flit" con il terribile "ddt". Ho letto tempo fa che il mio sangue, essendo del gruppo "0", sarebbe fra i favoriti per il pasto. Come noto, sono solo le zanzare femmine che succhiano il sangue, perché ne hanno bisogno per la maturazione delle loro uova.
La descrizione migliore delle loro incursioni è quella dell'etologa Isabella Lattes Coifmann: «Con l'olfatto e i sensibili termorecettori la zanzara sente l'odore e il calore che emanano dal corpo umano. Sibilando vola e cerca il posticino su cui posarsi tra un follicolo pilifero e l'altro, là dove affiorano sotto la pelle i capillari sanguigni. Appena l'ha trovato il suo ronzio cessa di colpo e lei sfodera in silenzio tutto il suo sofisticato armamentario di ferri chirurgici».

Contenuti e non pettegolezzi

Pettegolezzi scolpitiE' di fatto partita in Valle d'Aosta la campagna elettorale più pazza del mondo a causa delle conseguenze del "coronavirus", che ci porterà alle urne con tre schede il 20 e 21 settembre. Un ingorgo fatto nel periodo sbagliato, sommando nello stesso giorno elezioni regionali, elezioni comunali e referendum confermativo della legge (che dovrebbe essere statutaria) che rozzamente taglia il numero dei parlamentari.
Campagna elettorale fra agosto e settembre in un clima estivo con l'incognita "covid-19". Peggio di così per disincentivare il confronto politico e per accrescere il disagio dei cittadini sarebbe stato difficile fare e non è un record felice.
Diciamo che il peggio del peggio sarebbe se il Governo italiano bloccasse tutto, ma dubito che ciò avvenga, per i pasticci in norme elettorali votate dal Consiglio, dagli evidenti effetti distorcenti rispetto allo Statuto speciale. Il titolo dovrebbe essere: "Quando il dilettantismo trionfa!".

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