April 2020

La possibile fine della "bise"

Basta baci?Si può sorridere in questo quadro così complesso fra rischi sanitari, lutti tristissimi, economia in bilico, politica tentennante, rabbia popolare montante?
Certo che sì e lo considero un dovere. Per cui oggi sarò ludico. Voi prima - prima del "covid-19" e questo "prima" ci apparterrà negli anni a venire - baciavate le persone che incontravate? Chi abbia contezza del mondo francofono - specie Francia e Svizzera Romanda - sa quanto la "bise" sia un fenomeno sociale, due o tre bacetti assieme ad un abbraccio. Devo dire che si tratta di un'abitudine radicata e non c'è bisogno di eccessiva intimità, come mi è capitato di sperimentare e devo dire che fra amici ambosessi e coppie che si frequentano anche in Valle d'Aosta e in Italia capitano gesti di simile familiarità. Ma certo è mano radicato negli usi e costumi.

L'emergenza non sospende la democrazia

Un interruttore di sicurezzaLa parola "emergenza", come molte altre viene da un verbo latino, "emergere", che vuol dire affiorare dalla superficie. L'anglicismo "emergency", che ne è derivato, è spuntato nell'italiano con il termine emergenza, che sarebbe "una situazione imprevista di crisi o di pericolo".
Ovvio che il "coronavirus" appartenga, nel suo dilagare in giro per il mondo, come un'emergenza, poi si può discettare sul fatto che lo fosse oggettivamente in Cina, un po' meno in Italia, visto che c'era stato di sicuro il tempo per prepararsi meglio ed è quanto, ormai si può dire, non è stato fatto.
Comunque sia, nei primi concitati momento, una decina di settimane fa, si è entrati in uno stato di emergenza vera e propria, dopo che, ad essere precisi, già il 31 gennaio il Governo Conte aveva dichiarato lo "stato di emergenza" per l'epidemia, all'indomani di una segnalazione in questo senso dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

1° Maggio e pandemia

Il 1° maggio di qualche anno faOrmai sono molti anni che la Festa dei lavoratori, quel 1° maggio che cade domani in piena tempesta sociale ed economica da "coronavirus", è diventata, come capita alla gran parte delle giornate ufficiali di celebrazione, una data sul calendario, buona per i "ponti".
Lo ha mostrato, in modo plastico, il passaggio negli anni dalle grandi manifestazioni di piazza al famoso "concertone" a Roma, che serve per attirare i giovani (i pensionati sono ormai la colonna portante fra gli iscritti) attraverso una maratona musicale con qualche slogan, bandiere al vento e poco altro, se non la legittima voglia di vivere, che ora cova nascosta dal coprifuoco antivirus.
Quest'anno, infatti, non ci sarà neanche la musica di piazza di San Giovanni in Laterano ed è inutile troppo soffermarsi su come la crisi della politica si rifletta, con qualche tenuta maggiore, anche sul mondo sindacale, che resta diviso e forse lo è come non mai, ormai più prestatore di servizi che fucina di idee. Ma è il riflesso dell'Italia in cui viviamo.

Prime indicazioni sul Turismo estivo

Brancolare nel buio per le proprie vacanze è già brutto, ma lo è ancor di più quando, vivendo in una Regione turistica come la Valle d'Aosta, si fa parte della preoccupazione collettiva su cosa avverrà questa estate e persino nella prossima stagione sciistica.
L'ineffabile Giuseppe Conte, illustrando il suo ultimo Dpcm (certe materie dovrebbero - lo ripeterò ogni volta - essere previste in decreto legge!), è stato vaghissimo sul turismo, destinato tra l'altro anche in zona alpina a partire tra un mesetto.
Ora la sempre informata Fiorenza Sarzanini sul "Corriere della Sera" fornisce notizie assai utili in prima pagina del giornale.
L'inizio è bruciante: «Esclusa la possibilità di andare all'estero, l'estate si trascorrerà in Italia. Ma sarà possibile andare al mare o in montagna? Quando si potranno raggiungere le seconde case? E soprattutto, ci si potrà spostare da una regione all'altra? A queste domande dovrà rispondere nelle prossime settimane la "cabina di regia" dopo aver sentito il parere degli scienziati. E partirà dalle regole già contenute nel decreto sulla "fase 2" dell'emergenza da "coronavirus" in vigore dal 4 maggio. Nel provvedimento vengono fissati criteri e parametri che dovranno essere rispettati dalle Regioni per tenere in attività le aziende e programmare le ulteriori aperture di negozi e locali. Linee guida che dunque varranno anche per il turismo. E dovranno tenere conto della capacità ricettiva delle località, paragonando il numero di abitanti durante l'inverno e quello previsto con l'arrivo di turisti e vacanzieri».

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