April 2020

Danser avec le virus

Leggo sull’edizione domenicale del "Journal de Montréal", nel lontano Québec, un’inchiesta molto articolata sul maledetto "coronavirus" e su quanto la scienza sta studiando per il futuro per superare quella pandemia che assilla ormai tutto il mondo e questo non consola, ma certo catalizza molte energie intellettuali per trovare rimedi scientifici.
A chiudere l’insieme ricchissimo di informazione, c’è un editoriale di Claude Villeneuve, che vorrei qui riportare per la disarmante e convincente chiarezza con cui si esprimono concetti che dovrebbero essere il punto di riferimento per il nostro futuro. Come leggerete, ciò avviene senza contare storie o infilarsi in previsioni azzardate, ma - come si dice - esponendo "pane al pane e vino al vino" come ci si debba abituare a novità che pure potranno non piacervi, ma regoleranno la nostra vita.
Questo l’incipit: "«Il y a une bonne et une mauvaise nouvelle, dans le dossier présenté par "Le Journal" sur les recherches pour trouver un remède au nouveau coronavirus. La bonne, c’est qu’il s’agit sans doute de l’aventure humaine qui, jusqu’ici, aura mobilisé la plus grande quantité d’intelligence en même temps. Ni le développement de la bombe atomique, ni la conquête spatiale, ni la recherche contre le cancer, ni l’étude des changements climatiques ne se seront vu consacrer autant de ressources et d’énergie et n’auront surtout fait l’objet d’une aussi grande collaboration entre les labos».

La vita online e quella offline (e la felicità)

Zygmunt BaumanTutto diventa relativo con questa epidemia e, come sempre, sono dell'idea che non si debba sprofondare in un pessimismo cosmico, ma neppure cadere nell'ottimismo sconsiderato.
Si tratta di affrontare la realtà, magari sforzandoci per una volta di far sistema e mi riferisco, nella nostra minuscola Valle d'Aosta, alle tante energie disperse che aspettano solo di mettersi assieme come antidoto contro le molte mediocrità emerse in questa emergenza e che stridono con la meravigliosa forza dei tanti che hanno lavorato con impegno a tutti i livelli per arginare il virus e le sue conseguenze.
Ora, in attesa del vaccino, vivremo ancora periodi difficili dopo il confinamento e la nuova guerra di lunga durata sarà contro la crisi economica, anche perché posti di fronte alla necessità di rifondare la nostra vita su basi nuove ed usi e costumi che cambieranno. Non bisogna drammatizzare, ma neppure far finta che non ci saranno difficoltà serie.

Lettera a Sant'Anselmo di Aosta

Il monumento a Sant'Anselmo, ad AostaIllustrissimo Sant'Anselmo d'Aosta, quest'oggi, da calendario, Lei viene ricordato per un'anniversario, quello della sua morte, ricordata attraverso i secoli per la sua straordinaria grandezza, che non a caso l'ha portata ad assurgere a Dottore della Chiesa.
Ricordo con viva emozione, come se la sua presenza in spirito ci fosse stata davvero in quel momento, la straordinaria occasione che ebbi di visitare la "Sua" Cattedrale di Canterbury, nella città del Kent dove Lei morì, appunto il 21 aprile 1109, all'età di settantasei anni, quando ne era illustre arcivescovo.
Quella meravigliosa costruzione è, ad essere precisi, la "Cattedrale primaziale metropolitana di Nostro Signore di Canterbury", attorniata da un vero e proprio complesso, che tra l'altro ha ottenuto dall'Unesco il label di "Patrimonio dell'umanità" e chi, come me, lo ha visitato non ha dubbi sul suo splendore e sul suo valore simbolico.

Una petizione per la Scuola

La copertina della petizione di MaraNoto con crescente preoccupazione di come certe decisioni su come schierarsi su di un certo argomento vengano assunte dal politico di turno sulla base delle reazioni che sui "social" emergono su di un certo tema. Non mi riferisco al lavoro scientifico dei sondaggisti, che comunicano a chi lo vuole gli umori della popolazione, ma a qualcosa di più artigianale o casereccio. Mi sono sentito dire certe volte in riunioni politiche «ma ci conviene dire certe cose? Ho letto i commenti su "Facebook"...». Che poi quando vai a vedere questi "commenti" sono quattro "like" neanche argomentati di persone che spesso non vanno oltre l'immagine di un post.
Mi spiace, ma non condivido questo modus operandi. Credo che le posizioni, fatto salvo il dibattito e il confronto, debbano avvenire senza sempre pensare ossessivamente al risultato elettorale e alle elezioni vicine o lontane.

Non basta il #celafaremo

Luciano FontanaUn crescente nervosismo, personale e collettivo, si sta impadronendo di noi. Inutile negare un senso di ansia per una vita privata stravolta nelle abitudini cui eravamo tutti legati.
Oltretutto il bombardamento di notizie cui ci siamo sottoposti per capire gli eventi presenti e futuri non ha aiutato e l'esasperazione emerge spesso dalle comunicazioni istituzionali contraddittorie e poco spiegate a chi dovrebbe subirle. Anche chi normalmente non si interessa della "cosa pubblica" avverte una sorta di sospensione della democrazia è questo ingenerare preoccupazione anche in chi si è comportato disciplinatamente di fronte a misure eccezionali di privazione di libertà.
Ma ora ci si chiede, a metà fra una crisi sanitaria che ancora persiste benché declinante è una ripartenza che deve avvenire per evitare crack economico e crollo psicologico, se chi di dovere abbia il quadro della situazione e sappia cosa fare. Con una certezza che manifesto: una pandemia ci obbliga a seguire le indicazioni di scienziati ed esperti, ma spetta poi alle istituzioni democratiche, compreso lo scenario, decidere il da farsi.

La ripartenza: patto fra generazioni

Giuseppe De RitaMi sforzo, senza fare del giovanilismo grottesco, di considerarmi, con i miei 61 anni, un essere umano adulto, ma glissando elegantemente sulla ferale parola "veccho". Non è solo vanità, ma è anche frutto dell'evoluzione del costume, legata ad una maggior possibilità di vita, che ha per fortuna spostato anche la percezione dell'età. Da bambino un sessantenne per me, per essere chiari, era uno che aveva già un piede nella fossa.
Di conseguenza mi ha colpito al cuore leggere che il grande esperto, che guida una delle varie task force anti-coronavirus, il coriaceo manager bresciano Vittorio Colao (classe 1961 e non è indifferente...), aveva proposto al Governo per la "fase 2" di ripartenza delle attività di lasciare a casa gli ultrasessantenni perché a maggior rischio di lasciarci le penne in caso di contagio. Opzione respinta dal Governo, ma che resta come possibilità posta sul tavolo.

Il 25 Aprile

La corona d'alloro della ResistenzaLa Festa della Liberazione è una cosa seria. Non sopporto più chi la tira da una parte e dall'altra. Inqualificabile e talvolta eversiva è l'estrema destra ancora nostalgica che non si rassegna che il 25 aprile abbia significato la fine del ventennio fascista, liberticida e disastroso e si arrampica sui vetri della Storia in modo patetico ed inconcludente. Idem l'estrema sinistra che cerca di impadronirsi di un movimento resistenziale pluralista e che spesso grida e canta slogan e canzoni partigiane in cortei che mettono a ferro e fuoco le città, per non dire di chi a Sinistra cerca di impadronirsi e sfruttare a senso unico il mondo partigiano in una logica di ortodossia ideologica svilente.
Che pena, davvero, e fonte non di depressione - quella è una malattia - ma di scoramento, cioè di un dispiacere che ti colpisce al cuore, specie per la constatazione che - 75 anni dopo - molti virus (e non solo quello vero che si aggira, il "covid-19") colpiscono una democrazia italiana e purtroppo valdostana che mostrano fragilità ed incongruenze per usare parole lievi.

Cosa ne sarà del turismo estivo?

Parlare di vacanze appare in questa fase come un'attitudine maldestra.
Il "coronavirus" ha falciato e falcerà molte vite e chi è stato malato racconta spesso di questa brutta malattia come in un incubo. E immaginare cosa fare questa estate fa venire un senso di colpa pensando anche a chi lavora duro nel sistema sanitario e sembra di pessimo gusto rispetto ai molti che tribolano per la crisi economica, che è solo all'inizio se non si trova il modo per stoppare il virus e la sua insinuante presenza nei mesi a venire, aspettando il vaccino come unica arma definitiva.
Se invece cambiamo prospettiva e non pensiamo alle nostre vacanze, come per altro è legittimo fare come valvola di sfogo che ci fissi un orizzonte che potrebbe purtroppo dimostrarsi come un miraggio, allora si tratta di pensare al Turismo, anche in salsa valdostana. Ho amici, a tutti i livelli della filiera turistica, che vivono il presente con grande angoscia e tutto peggiora ancora immaginando l'estate che verrà e nessuno sa se i turisti verranno e come verranno.
Ma soprattutto non si sa come funzionerà l'accoglienza e quali saranno le regole per trasporti, soggiorni, pubblici esercizi, attività all'aria aperta e tutto il resto che si interseca nel vasto puzzle del turismo di massa.

L'importanza della Scuola

L'avviso di sospensione delle lezioni sul portone di una scuola di AostaLa scuola riprenderà a settembre e ritengo sia una sconfitta e, se sono una mosca bianca, allora tant pis pour moi. Lo dico ai molti che la pensano diversamente e sono, sul punto, molto suscettibili.
Personalmente credo che ci siano, dalle materne ai sedici anni - limite dell'obbligo scolastico che inizia in prima elementare - almeno tre buone ragioni perché la scuola sia considerata - com'è - un servizio pubblico essenziale. Conoscendo le specificità territoriali, eviterò di dire che in Svezia le scuole non sono mai state chiuse o che, in modo scadenzato, nelle Regioni a noi confinanti di Francia e Svizzera si riprenderà a breve e Trento e Bolzano stanno cercando una strada autonoma da Roma. Così come non mi infilo in storie scientifiche più grandi di me: mi limito a dire che i bambini ed i ragazzi sono raramente vittime del contagio e non è vero che sono particolarmente vettori del virus.

Gli ammonimenti di Flick

Giovanni Maria FlickCi sono coppie di parole, una e il suo contrario, che campeggiano sullo scenario desolante di questa pandemia, sottostimata quando era nella lontana Cina e che ci ha costretti, in oggettivo ritardo, ad un cambio brusco delle nostre vite ed a conseguenze varie che avranno una lunga coda e porteranno ad evidenti cambiamenti.
La prima coppia di parole che mi viene in mente è "vero/falso", che ci accompagna ormai da mesi, riempiendoci spesso di confusione, non solo per la diffusione di "fake news" le più incredibili, ma per la ridda di notizie contraddittorie rispetto alle quali ciascuno di noi ha dovuto fare lo slalom.
Una seconda coppia è "ordine/disordine" per le scelte ondivaghe che abbiamo subito, spesso dall'oggi all'indomani senza alcun rispetto per noi cittadini, considerati marionette poco affidabili, dando per scontato che solo mezze verità e decisioni draconiane ci avrebbero permesso di essere responsabili.

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