Suona quasi beffarda, ma molto consolatoria, la Natura che mi ha offerto due immagini di sé, che sembrano contraddire la tensione di queste ore. Tensione vera, non inventata, perché quello cui ci confrontiamo è da un lato la nostra evidente fragilità quando si sconquassa il ritmo abitudinario della nostra vita e, dall'altra, quando tutto avviene con una incredibile rapidità, dall'oggi al domani.
Da qui le due immagini. La prima era notturna: un'immagine della nostra vallata centrale illuminata dalla luna con un cielo azzurro cobalto fiabesco che lasciava senza fiato. La seconda, nel dormiveglia mattutino, è fatta di suoni: erano due uccelli che gorgheggiavano mentre albeggiava, come per annunciare la primavera che verrà.
Due pillole di speranza in un periodo di cattivi pensieri a causa - detto papale papale - di una malattia che ci minaccia e non si tratta di una battaglia personale, come capita quasi sempre, ma di una prova collettiva e, come tale, ancora più complessa.