Ci sono argomenti seri che è meglio affrontare con tono ironico ed esiste quella forma positiva di introspezione che è l'autoironia, che dovrebbe essere la capacità di sorridere di sé stessi e dei propri difetti. Ed è bene riflettere spesso sui propri difetti e non solo su quelli che noi stessi consideriamo come i nostri pregi.
Ci sono circostanze in cui mi dico che sarebbe meglio, prima di parlare, contare sino a cento per evitare di agire d'impulso. Eppure mi è capitato, in alcuni casi, di cadere nell'ira, che dovrebbe più o meno essere "alterazione dello stato emotivo che manifesta in modo violento un'avversione profonda e vendicativa verso qualcosa o qualcuno". Violenza verbale non fisica, naturalmente.
Dante Alighieri poneva all'Inferno gli autori di questo vizio capitale e non a caso gli iracondi, nella loro punizione, sono immersi nel fango dello Stige e si colpiscono continuamente a vicenda, con schiaffi, pugni, morsi, che non è una grande situazione, ma certo nelle sofisticate punizioni del Sommo Poeta c'è di peggio.