October 2019

Il voto umbro con un occhio alla Valle

Donatella Tesei, nuovo presidente della Regione Umbria«Tu che ne sai di politica...». Capita che interlocutori diversissimi tra loro e con toni diversi nell'uso della frase (serio, ironico, ruffiano, affettuoso...) mi pongano domande come si faceva - immagino - con gli "anziani della tribù", cui si riconoscono esperienza e saggezza (forse).
La verità è che talvolta non capisco proprio un tubo: è il caso della politica valdostana, che sembra ormai una "telenovela" o, se preferite, un "feuilleton" in cui si raccontano storie a tinte forti con buoni e cattivi intercambiabili e giochi di potere con al centro il Palazzo regionale. Ora mi pare, ma non conosco ancora il copione, penso che siamo alla puntata che potrebbe prevedere la giusta defenestrazione dalla Presidenza della Regione di Tonino Fosson. Come, quando e con quali scenari successivi non sono in grado di dirlo e resto convinto che varrebbe la pena di votare in fretta. Ma, si sa, che in Consiglio Valle sono in troppi a remare contro le urne, per lo più per umano spirito di autoconservazione.

L'impensabile "no" spagnolo a trattare con i catalani

Il premier spagnolo Pedro SanchezMai come in questi giorni mi accorgo di quanto sul "caso Catalogna" non ci sia una ricerca di soluzioni e di come persista - nei pensieri di chi segue questa storia di autodeterminazione cui si contrappone un "niet" nazionalista spagnolo - una logica senza troppe sfumature fra chi la pensa in bianco e chi la pensa in nero. Intendo, con questo, la mancanza di un dialogo che trovi da qualche parte una soluzione.
Assente dalla scena un'Europa che tace e che alla fine, e di conseguenza, diventa sodale della repressione spagnola, toccherebbe proprio - che sia chiaro! - a Madrid rispondere alla richiesta di un tavolo posta con correttezza dal Governo legittimo catalano con tono pacato e senza l'aggressività iberica da crisi di nervi.

Ivana Meynet e la sua umanità

Sono rimasto colpito - non solo perché legata da una parentela con mia moglie - dalla morte di Ivana Meynet e ne scrivo qualche giorno dopo per scelta.
Avevo conosciuto Ivana alcuni anni fa ed il caso aveva voluto che la sua bambina fosse nata, alla "Maternità" di Aosta, quasi in contemporanea con il mio bambino più piccolo. La perdita della mamma di una sua coetanea è una storia tristissima e profondamente ingiusta.
Mi ha molto colpito il fatto che molte delle persone incontrate in questi giorni mi parlassero con trasporto e con partecipazione di questa perdita, che dimostrava qualche cosa in più della normalità di un lutto e per questo ho atteso: per la conferma di una sorta di onda che si è alzata nel ricordo.
Oltretutto le circostanze della morte sono arrivate dopo una lunga ed invalidante malattia per un tumore che le era stato purtroppo diagnosticato tardivamente ed il decorso della malattia aveva costretto Ivana ad una terribile immobilità in un letto.

Psicopatologia e Politica

Mario DraghiLa Politica è una roba complicata ed invece, via "social", ormai la si banalizza, perché lo sforzo dei guru della comunicazione e del marketing politico parte dall'assunto che chi svolge questa attività deve essere considerato «uno di noi». Di qui la necessità popolaresca di banalizzare e di semplificare in poche battute quanto invece è complesso, e si aggiunge a questa volgarizzazione la paranoia del voto, per cui il cittadino è visto per lo più come un elettore da attrarre. Si seguono i sondaggi prima di decidere, e se una decisione non piace, si inverte il senso di marcia. Per altro la favorita resta la tattica dell'effetto annuncio che accende fuochi spenti poi dall'inanità.
Mi è molto piaciuto su "Huffpost" un punto di vista originale, che parte dall'uscita di scena - per ora - di Mario Draghi, che ha retto con grande perizia la "Bce" e ormai viene tirato per la giacchetta da tutti i fronti, essendo una persona pulita e competente. Verrebbe da dire che è rara avis in questi anni travagliati.

Halloween e le sue radici

Zucche intagliate per HalloweenPer favore, che nessuno si metta a farci la morale se ci si divertirà bonariamente con "Halloween", abbreviazione di "(All) Hallow Even, sera di tutti i Santi", in questa notte fra il 31 ottobre ed il 1° novembre, che nella tradizione anglosassone è una festa con travestimenti e scherzi macabri, ultimo residuo - trasfigurato nella logica cattolica, a differenza di quanto si creda - di precedenti usanze pagane che la ritenevano la notte del risveglio dei morti.
Certo la festa è posticcia, perché d'importazione (per altro con un "via vai" fra la tradizione celtica europea e gli Stati Uniti per via degli irlandesi emigrati con ritorno sul Vecchio Continente), ma bisogna diffidare delle apparenze di questa estraneità e non solo perché con il ritrovamento ad Aosta di un cavaliere celtico fatto e finito si conferma la radice celtica di una parte di storia valdostana. Ma anche perché questo «dolcetto o scherzetto?» asseconda una joie de vivre dei bambini a caccia di regalini e vi è anche fra i grandi l'irresistibile desiderio umano del travestimento, che spezza le regole come evidente in modo macroscopico con il Carnevale.

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