E' indubbio come, per buone ragioni, ci dovremo abituare al fatto che nelle bocche di tutti il "cambiamento climatico" sarà il tema politico di moda. Per cui, beninteso, saranno tutti, tranne rari negazionisti fuori dal tempo e dalla scienza, al capezzale del pianeta.
Tanto per dare primogeniture politiche va ricordato quell'animale politico che fu Jacques Chirac, morto in queste ore e celebrato con fasto come solo la Francia sa fare. L'Italia non mai è stata capace di farlo con i suoi morti illustri, se non morti ammazzati.
Fu Chirac a dire: «Notre maison brûle et nous regardons ailleurs», quando era Presidente della Repubblica e lo fece il 2 settembre 2002 in apertura del quarto "Sommet" sulla Terra in Sud Africa. Con il suo fiuto di politico d'esperienza aveva capito per primo, ascoltando autorevoli collaboratori (fra i quali spiccava il celebre e controverso ecologista Nicolas Hulot), che quel filone sarebbe diventato decisivo.