Questa storia dell'e-bike, la bici elettrica a pedalata assistita, è interessante ed è probabile che non si tratti di un fuoco di paglia, ma di qualcosa che inciderà in profondità nei costumi.
E' strapieno di siti che si fanno pubblicità, esaltando le migliorie periodiche che ciascuna società sta facendo per rendere sempre più performante queste bici e non solo per la durata delle batterie. Forza della logica della vituperata concorrenza, che fa da stimolo ai miglioramenti. Chi agogna ad uno Stato che torni protagonista in interi settori economici, in una logica colbertiana, ci rifletta.
Sul passato è interessante quanto ricorda il sito di Nexum.bike: "Il primo brevetto apparve nel 1895 e fu registrato da un gentiluomo americano, Odgen Bolton Jr.. Non abbiamo molte notizie su di lui, ma sappiamo che la sua invenzione prevedeva un motore montato sulla ruota posteriore - un'idea che fu trascurata nell'evoluzione del design delle e-bike fino a una decina d'anni fa. Successivamente, un newyorchese di nome John Schnepf inventò un sistema di frizione a rullo per guidare la ruota posteriore. Circa cinquant'anni più tardi, al californiano Jesse D. Tucker fu concesso un brevetto per un motore con ingranaggio interno, la ruota libera e, perciò, la possibilità di usare i pedali con o senza il motore elettrico".