May 2019

1949: anniversario in sordina

La bandiera della Valle d'Aosta...Non vorrei rischiare di assomigliare a Brontolo, il lamentoso borbottone fra i "sette nani", però ogni tanto mio domando se davvero si sia riflettuto a fondo sulla necessità - almeno per chi ci crede - di trovare occasioni per far capire il percorso dell'Autonomia valdostana. Il rischio evidente, che si palpa con nettezza in troppe occasioni, è che, per alcuni, questa benedetta Autonomia sia una sorta di oggetto sconosciuto, che fa parte della nostra vita come elemento scontato e non come faticosa e pure imperfetta conquista dei valdostani.
La morte in culla della "Festa della Valle d'Aosta" è solo la punta di un iceberg, come dimostra in modo plastico anche la carenza di quella civilisation valdôtaine nelle scuole, che si accompagna ad una sorta di disinteresse sul tema per molti valdostani, che siano d'origine o d'adozione. Questa amnesia rende l'Autonomia come un elemento astratto, scritta in uno Statuto scarsamente conosciuto e in un ordinamento valdostano che sembra per alcuni come una presenza fantasmatica.

Giggino e la finta ordalia digitale

Il vice premier Luigi Di MaioNon ho mai capito bene perché mai uno dovrebbe votare i "Cinque Stelle". Certo - com'è giusto in democrazia dove dovrebbe vigere il bon ton tra avversari politici e non la violenza verbale come stile - bisogna rispettare i loro elettori, compresi quelli che sono rimasti e pensando nel contempo anche al perché milioni e milioni se ne siano già andati dopo la fiammata delle ultime Politiche con addirittura, in Valle d'Aosta, un'eletta a Montecitorio.
Non lo capivo prima questo voto, quando si trattava di "grillismo" misto al "casaleggismo", cioè un comico (Beppe Grillo) ed un esperto di informatica visionario (Gianroberto Casaleggio) che alternavano «vaffa» ad uso del Web con robe strane come la "piattaforma Rousseau" (povero Jean-Jacques...), figurarsi oggi che nella plancia di comando c'è l'inesperto Luigi Di Maio con il suo curriculum striminzito e l'erede Casaleggio, Davide, che ha scelto Ivrea come base di molti incontri e la cittadina eporediese ha risposto con una scoppola alle Europee. Di Maio - per seguire l'attualità - si sottoporrà in queste ore a finte dimissioni per farsi confermare sulla già citata piattaforma. Un'ordalia digitale fittizia che fa sorridere.

In ricordo di Osvaldo Ruffier

Osvaldo Ruffier col mio 'Calepin'Osvaldo Ruffier era il classico eletto del territorio, che conosceva la sua Cogne come le sue tasche e come Sindaco si batteva come un leone per la sua popolazione, ma non lo faceva in una logica di chiusura, sapendosi sempre guardare intorno.
Negli anni d'oro della sua lunga, trentennale amministrazione scendeva ad Aosta nelle ore di ricevimento e spuntava negli uffici regionali che contano con il suo fare in apparenza dimesso, che nascondeva una pervicace volontà di risolvere i problemi come una goccia che scava la pietra. Ma questa sua ostinazione era premiante ed i suoi modi erano sempre gentili, ma in certe occasioni - quando gli veniva il dubbio di essere preso per il naso - sapeva alzare la voce e battere i pugni sul tavolo.

La gioia delle nascite

Nasce in queste ore un bimbo di un una coppia di amici. Dirò solo, per la privacy che ormai morde, che si chiama Sergio Carlo ed è la gioia di mamma e papà, cui va tutta la mia simpatia. Posso prevedere che diventerà un grande musicista...
Una nascita mi accende pensieri, non solo perché io stesso ho avuto la chance di vivere tre nascite con quella novità, ormai in voga, dell'inutile papà in sala parto bardato come un medico, ma perché ogni volta che sento dell'arrivo di un neonato è come se si accendesse una fiammella nel buio.
Mia mamma era la seconda di tre sorelle, mio papà fra i più piccoli di otto fra fratelli e sorelle. Ognuno può portare esempi, che sia un papà o un nonno, di come la natalità contasse ed era ancora presente nel mio periodo, quello dell'epoca del "baby boom", e questo avveniva sull'onda dell'entusiasmo del dopoguerra e non solo sulla precedente vivace fertilità del tempo che fu.

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