December 2018

L'arte della conversazione

Le 'trombe' di Alberto Garuttu in piazza Gae Aulenti a MilanoMi piace conversare e penso di appartenere alla categoria dei "chiacchieroni", qualora esistesse nel termine un versante positivo. Ha scritto Ernst Junger: «Certo è che la conversazione ha anche un compito che spetta a lei sola e che non può essere sostituito da alcun altro mezzo. In essa si deposita proprio quel che di fugace, quel chiaroscuro dei tempi che nessuno storico rievocherà. Esso trascolora con il giorno come la brina, il velluto dei frutti».
E' vero: la conversazione di ciascuno di noi con i nostri interlocutori passa e va, ma in realtà ho sempre pensato che ci sia qualcosa di grande sostanza, che è - se ci si riesce - un arricchimento reciproco. Anche se - diciamoci la verità - certe conversazioni di un tempo, magari fugaci, oggi sono spente perché siamo chini sui telefoni e sui tablet. Magari, evidente paradosso, perché impegnati con conversazioni - ad esempio via chat - con qualcuno remoto e non con l'essere umano in una sala d'aspetto o su di un treno.

I giornali e il Caos che ci avvolge

I 'no Tav' a TorinoLeggo ormai i giornali sul telefonino, almeno sino a quando per singolare alchimia una mia piccola miopia si contrasta benevolmente con la presbiopia dell'età, consentendomi di leggere bene caratteri piccoli. Se non ce la farò più, inforcherò gli occhiali ed userò il tablet e capiterà lo stesso per la scrittura di questi miei post quotidiani.
E' comunque un relativo paradosso usare per leggere i quotidiani questi strumenti digitali, che sono di fatto gli "assassini" della tradizionale carta stampata, perché sono loro - ben più della radio e della televisione ormai sulla scena dal secolo scorso e con cui i giornali hanno convissuto - che garantiscono con diverse modalità notizie di flusso che contraddicono quella stampa che imbalsama l'attualità all'atto della chiusura per andare in tipografia. Per questo i giornali si sono buttati sul Web, offrendo servizi che contrastino la crisi delle modalità tradizionali di rivolgersi ai lettori.

La discoteca insanguinata e il rapper

Sfera EbbastaLa vicenda della vecchia balera di Corinaldo con la storia - se non è stato altro - dello spray urticante, che ha creato un moto di folla che ha sortito morti e feriti, sembra la riedizione di vecchie storie del passato. Anche se, dal "cinema Statuto" in poi, spinti anche dalle direttive comunitarie, le normative di sicurezza in Italia nei locali pubblici si sono enormemente evolute. Avendo fatto alcuni corsi sulla sicurezza per ragioni di lavoro, ho l'impressione che non manchino norme e regolamenti, ma il buonsenso e la serietà sono altra cosa. E quel che conta, anche in questo caso, sono purtroppo i fatti ed appunto le responsabilità da accertare.
Ma questo aspetto di identificare i colpevoli a diverso titolo spetta alla Magistratura per evitare che si facciano processi sommari in favor di telecamera, che finiscono poi con esiti deludenti, nate certe aspettative, al momento delle sentenze, sperando in più che arrivino in tempi congrui.

Una politica lontana dalla vita reale

Le bacheche svuotate di Palazzo regionale, segno del cambio di GovernoHo lettori esigenti, che mi scrivono in privato se manca un mio intervento "à la carte" da loro auspicato e ricevo sollecitazioni puntuali. Tipo: perché non scrivi del nuovo Governo regionale retto da Tonino Fosson con un "patchwork" (in piemontese "pastiss") autonomista, che mette assieme amici e nemici un tempo amici e poi nemici tornati amici e talvolta nemici? Scioglilingua interessante per ricordare tutti i precedenti, che cadono spesso in un oblio e ciò stupisce in un'epoca in cui basta una ricerchina sul Web per trovare tante cose utili, che cadono purtroppo nel dimenticatoio.
Non ne ho scritto sinora perché non ne avevo voglia, trovandomi in un generale stato di amarezza e con la brutta sensazione che molte questioni di sostanza, sbandierate in questi anni nel nome del "cambiamento" come se fosse un prezzemolino, spariscano di scena appena si passa alla "Realpolitik".

Strasburgo insanguinata non a caso

Ho seguito con apprensione le notizie che arrivavano da Strasburgo, dove ai mercatini di Natale un islamista ha ucciso persone inermi, riaccendendo i fari sui rischi dell'integralismo religioso nel cuore dell'Europa.
Annoto subito la follia di chi sui "Social" ha parlato di una strategia della tensione innescata apposta da chissà chi del Governo francese per distogliere l'attenzione dai "gilets jaunes" e dalla loro protesta. E' ora di punire severamente i seminatori di odio con stupidaggini del genere.
Ma torniamo in Alsazia. Quella Regione di confine, dove troppi cimiteri testimoniano di un eccesso di battaglie combattute per disfide territoriali. Ci pensavo, tempo fa ed a maggior ragione in questa occasione, non solo perché Strasburgo è stata per me una città familiare per il lavoro al Parlamento europeo e per il "Consiglio d'Europa", ma perché non è un caso che sia stata scelta questa città per ospitare queste Istituzioni, proprio per questa sua vocazione di terra di confine fra culture è stata considerata significativa per passare dal dolore delle guerre generate dal nazionalismo aggressivo a simbolo della speranza di un'armonia attraverso l'integrazione europea.

Lega-Cinque Stelle, Nord-Sud

Luigi Di Maio e Matteo SalviniLa Lega è diventata un partito nazionale, perdendo - almeno per ora - quella caratterizzazione di partito territoriale del Nord così com'era nato, persino con spinte che in determinati momenti sono state con chiarezza indipendentiste. Ricordo bene questa impostazione senza "se" e senza "ma" per averla vissuta nei banchi a fianco ai loro sin dall'esordio parlamentare della Lega e poi, partecipando anche a loro manifestazioni, quando bastava dire la parola "Italia" per avere bordate di fischi dei militanti che agitavano l'appartenenza nordica come un feticcio con derive anti-meridionalistiche ben documentate.
Questa svolta, lasciato il terreno federalista che fu imprinting del rapporto storico degli esordi con l'Union Valdôtaine, ha spostato la Lega sul terreno del nazionalismo sovranista e lo si vede dai rapporti con forze politiche a livello europeo, il cui caso più eclatante è l'amicizia in Francia con il Rassemblement National di Marine Le Pen, nato sulle ceneri di quel Front National fondato da suo padre.

Strasburgo e il dramma del giornalista trentino

Antonio Megalizzi al lavoro al Parlamento europeoChiunque non sia mai stato ai mercatini di Natale di Strasburgo sappia che è un posto magico, ospitato nel centro di questa città con una parte storica molto bella ed antica, in un posto sospeso - per ragioni geografiche che sono poi diventate culturali - fra la Francia e la Germania. In pochi altri luoghi si ritrova quel famoso spirito del Natale di dickensiana memoria fra luci, canti, profumi, simboli che rendono una passeggiata notturna un'esperienza sensoriale che ti permette di metterti in pace con il mondo. Esattamente quella pace negata per millenni e di cui sono tetra testimonianza i troppi cimiteri militari sorti nei dintorni della città.
Cessata l'epoca delle guerre, Strasburgo è diventata un simbolo di pace, scelto non a caso, nell'ospitare le riunioni plenarie del Parlamento europeo, che è espressione di una pacificazione dopo le Guerre mondiali in cui si raggiunse il parossismo degli orrori sul Vecchio Continente.

Lettera a Babbo Natale

'Babbo Natale' ad AostaCaro Babbo Natale,
ho deciso di prendere carta e penna dopo molti tentennamenti: oggi si usa di più Whatsapp ma non mi consta l'esistenza di un tuo gruppo, mentre qualche furbastro sui "social" si spaccia per te, ma è ovvio che si tratta di troll e non sono quei demoni maligni che tu del Grande Nord ben conosci, ma di persone che si camuffano per scherzare e talvolta purtroppo per fare del male.
Una premessa è d'obbligo e mi sembra corretto dirtelo: da bambino non ti ho mai scritto. La ragione è semplice: scrivevo al Bambino Gesù con le stesse modalità consumistiche con cui i miei tre figli hanno poi, negli anni giusti della loro infanzia, scritto a te. Non ho mai trovato quelle letterine del mio passato: mia mamma, che conserva anche del ciarpame banalissimo in una casa che ormai sembra un caravanserraglio, non le ha mai tenute.

Quei locali sulle piste di sci

L'interno dell'Abri du SkiI locali in alta quota, bar e ristoranti, perché i rifugi sono una storia diversa, sono una rete importante dell'offerta turistica valdostana, di cui spesso gli stessi valdostani non hanno consapevolezza, perché ancora in troppi snobbano quel combustibile essenziale per l'economia che il Turismo. Noto come la crisi di settori un tempo solidi stia portando imprenditori locali - potrei citare molti esempi - a cercare di diversificare i propri investimenti e in parecchi si stanno affacciando con convinzioni al mondo turistico evidentemente per una nuova consapevolezza sulle sue potenzialità.
Ma oggi vorrei soffermarmi in particolare su quelle attività che punteggiano le piste di sci, fonte importante proprio per l'economia valdostana e non a caso la gestione di alcuni fra di essi - situati in zone strategiche - risultano molto ambiti, perché si è bravi a farli "girare" gli incassi sono assicurati, innevamento naturale e artificiale permettendo.

Mille sfumature di neve

Le montagne valdostane innevate...Bisogna sempre "astrologare" - non nel senso di esercitare l'astrologia, cui non credo, ma si può prendere come un divertissement - intendendo invece il verbo come "congetturare" o meglio "fantasticare". Si tratta di un'attività ottima per svagarsi contro lo stress delle molte cose quotidiane che ci assediano.
Osserva Kahlil Gibran: «Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa».
Oggi, su questo, mi esercito.
Avete presente Giacomo Leopardi e la sua "Quiete dopo la tempesta", che racconta quanto avviene dopo un violento temporale e quindi della ripresa dopo la burrasca delle attività quotidiane da parte della gente del borgo natio, Recanati, piccolo paese marchigiano?

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