La montagna è attorno a noi e anche dentro di noi. Così è per chiunque viva in Valle d'Aosta e decida di sentirsi parte di questo territorio montano estremo. Capita così l'evidente paradosso dell'abitudine ed è straordinario, quando si porta in visita un amico, come diciamo noi, "di fuori Valle" e attraverso i suoi occhi si ritrova lo stupore per i paesaggi, che l'abitudine ci ha resi familiari e come tali non più sorprendenti.
L'altro giorno pensavo a questo piacere che danno le montagne e questo gusto dell'ascesa (e d'inverno in sci della discesa) che offre emozioni e sensazioni e lo facevo leggendo Camille Moreau su "L'Express Style": «Se hisser au sommet par la randonnée, l'escalade ou le trekking permet de revenir à une nature plus profonde. "La randonnée est une subversion", énonce Franck Michel, anthropologue spécialiste du tourisme, "elle exige de regarder le temps en face, d'accepter la lenteur et de se laisser porter par la liberté et l'improvisation". Autant de valeurs en voie de disparition dans nos vies réglées comme du papier à musique. Choisir de passer ses prochaines vacances à cheminer en pleine nature serait une forme de résistance à notre société moderne, dictée par la productivité et la consommation».