October 2018

Non pregiudicare il futuro di "Cva"

L'interno della centrale 'Cva' di AviseAttenzione: la questione della quotazione in Borsa di "Cva" (la società elettrica interamente pubblica della Valle d'Aosta) resta sotto il pelo dell'acqua ed è bene capire che cosa si voglia fare quando a breve tornerà in superficie. L'operazione è stata di fatto stoppata prima delle elezioni regionali anche grazie a MOUV' ed ai dubbi espressi sulle procedure messe in atto per la quotazione, per la mancanza di chiarezza su come questa scelta si inquadrasse nelle prospettive future dell'azienda e mancava ogni comprensione su come la cifra raccolta (quale cifra, per altro, vista la possibile difformità di calcolo sul valore della società?) sarebbe stata impiegata.
Scrivevo un annetto fa e rimaneggio in parte: «Ho contribuito a far nascere e ho seguito nel tempo i fatti riguardanti "Cva - Compagnie Valdôtaine des Eaux". Ricordo la prima volta in "Finaosta" in cui parlai della questione con un funzionario, poi asceso ad alti livelli proprio in quella società, che si dimostrò - si vede che non conosceva neanche i fondamentali dell'ordinamento valdostano - del tutto ignaro della tematica acqua e idroelettrico come trattata nello Statuto Speciale. Comunque sia, l'acquisizione del patrimonio "Enel" in Valle fu una scelta giusta per la comunità valdostana e la sua centralità nell'economia valdostana è evidente».

Che la Mussolini taccia

Mio nonno, Renato Caveri, con Mussolini in visita a Rovigo, dove fu Prefetto dal 1924 al 1926Non mi permetterei mai di giudicare il percorso politico e personale di Alessandra Mussolini. In un Paese normale chi portasse quel cognome non avrebbe fatto nessuna carriera politica, nello stesso filone del nonno Benito, ma - senza pensare che un'erede debba pagare le colpe di chi l'ha preceduta - non sarebbe semplicemente mai apparsa sulla scena e finita in Parlamento.
Invece, sull'evidente spinta dei nostalgici di ieri e anche di oggi, il cognome è stato come un'onda che l'ha sollevata e le ha permesso di avere un suo spazio, in cui ha recitato con una parte di mimica - penso agli occhi - ereditata dal Buonanima, ma anche un atteggiamento popolaresco del ramo materno, essendo nipote di Sofia Loren. L'ho vista alla Camera, ma non l'ho mai conosciuta: non mi pareva avesse doti particolari, se non la già citata oratoria tribunizia e l'evidente capacità di crearsi un personaggio.

La Francofonia è una chance

Una curiosa bandiera franceseIl francese e la Valle d'Aosta: un tema delicato che bisogna affrontare in modo laico e non ideologico. Questa lingua storica dei valdostani appare - e non mi infilo in rilevamenti statistici o d'opinione - in evidente crisi, ma resto convinto che si tratti di una ricchezza storica e culturale che sarebbe folle disperdere nel nome di chissà quale modernismo.
Serve l'inglese? Certamente sì ed è bene inserirlo il più possibile nei percorsi scolastici e formativi, ma sia chiaro che questo non deve obbligatoriamente significare abbandonare il francese e non sforzarsi, in parallelo, nella valorizzazione del francoprovenzale.
Non c'è nulla di male - perché i tabù non devono esistere - a riflettere sul nostro bilinguismo istituzionale, sancito con chiarezza dallo Statuto, che riconosce pure il particolarismo linguistico dei walser e c'è infine - a definire il quadro giuridico di riferimento - una legge dello Stato che prevede anche la tutela del patois.

Non dimentichiamo l'invidia

Dante e Virgilio in Purgatorio, tra gli invidiosi, in una stampa di Gustave DoréE' difficile leggere la realtà attuale e capirne a fondo le ragioni, anche perché non sempre in quel che avviene c'è una logica.
Personalmente mi sento in contrasto con me stesso, quando nei miei pensieri oscillo fra le prevalenti gioie della mia vita più intima e familiare e le dominanti preoccupazioni per quel che capita nelle Istituzioni e nell'agone politico, intesi come meccanismi di snodo della democrazia. Una mia situazione bipolare, in alto e in basso, che mi costringe ad avere due volti a seconda dei momenti.
Il me stesso "pubblico" tende sempre di più a chiedersi se valga la pena di impegnarsi come ho sempre fatto, ritenendo la politica non solo una legittima passione ma anche un dovere civico. Ma il cumulo di timori e anche qualche delusione, oltreché un vago senso di inutilità di ogni impegno politico, ti portano a chiederti se lo si debba continuare a fare o finisca per essere uno spreco di tempo - e questo si sa che è limitato - in un'epoca difficile da capire in cui la mediocrità e persino l'ignoranza sembrano affermarsi.

La prima laurea

Mio figlio Laurent durante la discussioneSarebbe contento mio papà Sandro, suo nonno, a vedere questo suo nipote Laurent - il primo fra tutti ad essere nato - che si laurea oggi (primo livello, ma già si avvia verso la magistrale).
Papà raccontava di come suo papà, il mio di nonno, Renato, Prefetto di carriera e poi Amministratore dell'Ospedale Mauriziano di Aosta, avesse sempre detto ai figli che quello era il risultato da raggiungere. Per cui sei dei suoi sette figli raggiunsero questo traguardo.
Io stesso - sentendo questo dovere - una volta diventato giornalista professionista mi iscrissi di nuovo all'Università a Scienze politiche e mi laureai non tanto per diventare "dottore", ma per adempiere a quel dovere familiare che sentivo mio (poi da stupido ho dato tutti gli esami di Lettere e filosofia, ma ho la tesi ancora lì, ma per pagare le tasse universitarie per laurearmi dovrei fare un mutuo...).

L'esito delle urne di Trento e Bolzano/Bozen

Matteo Salvini a BolzanoI risultati elettorali possono piacere o non piacere, ma - come ho sempre detto - bisogna fare i conti con le scelte democratiche della popolazione, che non sempre appaiono lineari e comprensibili, ma anche gli umori e i sentimenti contano e forse sempre di più a fronte di un impoverimento di certe basi culturali del passato. La Politica non è una scienza esatta e nelle urne si riversano - ancor di più al tempo dei "social" - un mare di storie che saranno pure molto spesso incongruenti ma influenzano i cittadini.
Così il messaggio politico che arriva dalle elezioni provinciali in Trentino e nel Tirolo del Sud appare forte e chiaro. La Lega "sfonda" nella Provincia autonoma di Trento ottenendo la Presidenza e si posiziona come il primo partito "italiano" in quella di Bolzano con probabile alleanza, già imbastita da tempo, con la Südtiroler Volkspartei, che ha limitato i danni.

A difesa delle Assemblee

La scritta sul Palazzo di piazza Deffeyes, lato Consiglio ValleHo sempre difeso e sempre difenderò le assemblee degli eletti: che siano un Consiglio comunale o regionale, una Camera nazionale o un Parlamento come quello europeo o il più vasto "Consiglio d'Europa".
So bene la differenza che esiste fra di loro, ma li unisce - al di là dei poteri veri e propri che sono in grado di esprimere - l'idea positiva che in un emiciclo siedano persone con posizioni diverse che siano in grado di discutere fra loro di argomenti utili per le comunità di cui sono espressione.
So bene che l'anti-parlamentarismo è vecchia storia, oggi alimentata dallo strapotere dagli Esecutivi, che siano sindaci o presidenti di Regione con le loro Giunte fatte da assessori o forme di Governo complicate come nell'Unione europea con Commissione e Consiglio. Ma - in epoca di Web e di "social", che incarnano ipotetiche democrazie digitali - rivendico l'efficacia e la genuinità di trovarsi dal vivo, faccia a faccia, per discutere di persona, com'è doveroso fare.

L'azzardo dell'alpinismo sugli 8000

Tomasz MackiewiczSpesso mi capita d'interrogarmi, avendo perduto anche degli amici in montagna, su quali meccanismi agiscano rispetto alla pericolosità dell'alta montagna, specie quella elevatissima himalayana, e alla scelta, comunque sia, di infilarsi in imprese ad enorme rischio in cui si mette oggettivamente e non per chissà quali fantasie la vita a repentaglio. Finisce forse - di fronte all'immagine eroica dell'alpinista che sfida sé stesso e la Natura - per essere qualche cosa di sottaciuto, perché sovrastato da una retorica martellante e dal rischio del "bel gesto".
Ora trovo su "L'Obs", settimanale francese, in collaborazione con "Rue89", un'inchiesta giornalistica sul tema di Bérénice Rocfort-Giovanni e di Emilie Brouze.

Il rischio collasso per l'Italia

I commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre MoscoviciSarò fatto male, molto male ma ormai riconosco lontano un miglio tutti coloro che - pur in diversi schieramenti e con diverse responsabilità - al posto di piegare le decisioni che devono assumere al bene della "Cosa pubblica" guardano, invece, anche in Valle d'Aosta, alla propria futura rielezione, sapendo che le regole interne di limite dei mandati, che alcuni si sono dati, saltano poi alla bisogna come i tappi di champagne. E per fortuna regge quella norma regionale che limita la presenza continuativa nel Governo regionale, che considero la forma più logica di regolazione della presenza in ruoli apicali.
Intendiamoci subito: è legittimo che qualunque eletto pensi all'umore dei propri elettori, ma sia chiaro che esiste un interesse generale, per cui le decisioni politiche e amministrative, quando utili e necessarie, non devono essere piegate a visioni di favore per gli uni e gli altri. Invece sappiamo bene che per alcuni questa logica clientelare e di favoritismo diventa un'ossessione, fatta di presenzialismo e di visibilità della serie «la sparo più grossa per apparire».

Contro l'Europa e con la Russia?

Il Presidente russo Vladimir PutinL'esperienza europea che ho fatto, prima al Parlamento europeo e poi al "Comitato delle Regioni" a Bruxelles ed al "Consiglio d'Europa" a Strasburgo, mi hanno confortato nel fatto - che capisco essere banalissimo, avendolo pure nel bagaglio universitario - che la politica estera è una cosa seria e giocare a fare gli isolazionisti o pensare solo al proprio orticello è una scelta pericolosa e sbagliata.
E ciò vale - lo premetto - anche per la piccola Valle d'Aosta e le Reti cui la nostra Regione Autonoma (sbandieriamolo, questo "Autonoma"!) può appartenere bisogna tenersele strette: che sono i legami di prossimità con Francia e Svizzera, il vasto mondo della francofonia, la collaborazione con le popolazioni di montagna del mondo, il confronto con le esperienze di minoranze linguistiche e nazionali, le dinamiche assai differenziate delle autonomie speciali, le realtà sui diversi Continenti del federalismo.

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