Sarò fatto male, molto male ma ormai riconosco lontano un miglio tutti coloro che - pur in diversi schieramenti e con diverse responsabilità - al posto di piegare le decisioni che devono assumere al bene della "Cosa pubblica" guardano, invece, anche in Valle d'Aosta, alla propria futura rielezione, sapendo che le regole interne di limite dei mandati, che alcuni si sono dati, saltano poi alla bisogna come i tappi di champagne. E per fortuna regge quella norma regionale che limita la presenza continuativa nel Governo regionale, che considero la forma più logica di regolazione della presenza in ruoli apicali.
Intendiamoci subito: è legittimo che qualunque eletto pensi all'umore dei propri elettori, ma sia chiaro che esiste un interesse generale, per cui le decisioni politiche e amministrative, quando utili e necessarie, non devono essere piegate a visioni di favore per gli uni e gli altri. Invece sappiamo bene che per alcuni questa logica clientelare e di favoritismo diventa un'ossessione, fatta di presenzialismo e di visibilità della serie «la sparo più grossa per apparire».