September 2018

Noi, i luoghi e la paternità

L'esterno del ristorante 'da Bréan', al Col de JouxI luoghi restano gli stessi, ma sei tu ad essere cambiato e sono diverse anche le persone con cui ti accompagni. Ci pensavo l'altro giorno nel ristorante "da Bréan" al Col de Joux - noto quando ero bambino come il locale delle «sorelle Bréan», tre signore sorridenti e dai modi teutonici, divise allora fra cucina e sala con meccanismi di servizio perfetti - che ho frequentato in tutte le età della mia vita ed il locale sembra un museo di sé stesso, come il copioso menu da cimento gastrico.
Ero piccolo quando questo ristorante nel bosco era luogo di pranzi domenicali nelle belle stagioni e mi arrivano dal passato dei flash, come le corse nel prato antistante con finto cannone, le chiacchiere dei miei genitori con gli amici sulle sdraio al sole, una mia caduta rovinosa mentre "scalavo" la paretina di roccia sovrastante i parcheggi. Poi, da ragazzo, si risaliva in moto o in macchina il colle - o con metri di neve o nelle serate estive - per andare a mangiare una cena pantagruelica con gli amici della compagnia ed era tutto un ridere e scherzare ed il trionfo erano le grappe finali ai gusti più vari.

Lo conoscete un locavoro?

Stéphane LinouLa verità, che poi è un antidoto contro il rischio di sedersi troppo comodamente sulle proprie conoscenze acquisite, è che conviene scoprire cose nuove e metterle da parte. Per questo sono curioso e leggo tutto quel che mi capita e capita di scoprire qualcosa di ignoto, che ti smuove.
Scorrevo il quotidiano francese "Libération" e trovo un titolo che mi colpisce "Pourquoi une famine peut arriver en Europe" di Gilles Fumey. L'inizio è evocativo e non capisco bene dove si voglia arrivare, partendo da una storia triste e ben nota: «Les contrats coercitifs qui lient les producteurs à la grande distribution sont-ils comparables aux traités de commerce entre l'Irlande et l'Angleterre au moment de la grande famine de 1845? L'histoire se répétera-t-elle? Il y a plus de 150 ans, en Europe du Nord, la pomme de terre a été une bénédiction».

Dove va la Televisione?

Uno scorcio da 'LeRendezVousEvviva l'Oceano per me che amo il Mediterraneo! Sono ritornato, come avviene da qualche anno, a "LeRendezVous" a Biarritz, voluto dalla organizzazione "TV France International", nata per valorizzare i prodotti televisivi di produzione francese. Esempio purtroppo non esistente nel panorama italiano. Si tratta di un'occasione per capire di più su dove va la Televisione, diventata un elettrodomestico dalla natura digitale in senso lato, liberatasi così negli anni dalla schiavitù del segnale del ripetitore vicino e ampliatasi a dismisura via Web (con la fibra come vera protagonista) ed attraverso il satellite.
Leggevo ieri, sul "Corriere della Sera", Aldo Grasso, diventato fra i pochi esperti in materia, che partiva da una novità così espressa: «La nuova stagione televisiva si apre con una novità importante: "Canale 5" è tornato sulla piattaforma "Sky" e, a breve, vi faranno ritorno anche "Rete 4" e "Italia 1"».

Letteratura... automatica

Il 'dispenser' di letture all'aeroporto di Lyon e la sua propostaAvevo letto da qualche parte del dispenser di letture brevi, stampate all'istante su richiesta. Trovavo l'idea geniale: un ritorno al cartaceo come tentazione in un'epoca in cui siamo tutti chini nell'adorazione del nostro aggeggio digitale. Invece, si sa, quanto la lettura, quella della letteratura e non delle mille distrazioni, sia misura arricchente.
Il distributore gratuito di letteratura l'ho trovato nel l'aeroporto di Lyon con formati variabili: un minuto, tre minuti e cinque minuti. Visto che tutto torna, nel collegamento fra passato cartaceo e digitalizzazione che dilaga, la produzione ad uso macchina letterario è legata al sito short-edition.com. Ho scelto anche io la mia lettura più lunga, uscendomi a caso "L'invitation au voyage" di Charles Baudelaire.

Gli islamisti si espandono

Il teologo saudita Mohamed Al-ArifiLa paura nei confronti del diverso da noi - di questi tempi al centro del dibattito c'è il flusso che appare senza regole dei migranti - è un sentimento umano e come tale va trattato e compreso, ma questa situazione va ben canalizzata e sdrammatizzata per evitare che sfoci in violenza e alimenti forme estremistiche e passionali.
Esiste quel termine antico, che ormai usiamo solo più scherzosamente, che è "bàrbaro", usato dagli antichi Greci e i Romani per indicare una stirpe o una civiltà diversa dalla loro, uno straniero che - a confronto - appariva come espressione di un mondo considerato come incivile, primitivo, selvaggio. Ad essere più preciso il greco "bárbaros" ed il latino "balbus, balbuziente", indicavano nello straniero colui che parla una lingua incomprensibile e che dunque balbetta sillabe senza senso per chi non sia in grado di comprenderle.

Émigrés valdôtains 2.0

Un momento della presentazione del nuovo libro di Michela CeccarelliL'emigrazione è una vicenda umana, anzitutto. Ci tengo a dire che ho trovato anche dei Caveri che hanno fatto il loro viaggio della speranza, partendo dalla Liguria natia: chi a New York ad Ellis Island, chi in Argentina (ci sono Caveri a Buenos Aires ed in Patagonia, arrivati da due diverse direzioni) e se non fosse per mio bisnonno Paul, che da Sottoprefetto venne ad Aosta per una migrazione... di lavoro nel nascente Regno d'Italia, io qui non ci sarei.
Se noi la consideriamo solo in termine di flusso e di folla perdiamo di vista le persone e la storia di ciascuno con le sue peculiarità. Bisogna saper guardare le cose anche con gli occhi di coloro che scelgono di diventare migranti, specie se hanno diritto ad essere "rifugiati", così come è giusto che ogni spinta migratoria segua regole chiare per evitare problemi seri di accoglienza e che si determini - l'ho scritto tante volte - con chiarezza la logica che ad ogni diritto corrisponde un dovere e bisogna distinguere chi viene con cattive intenzioni, come oggi si può dire di certi islamisti infiltrati tra i migranti.

Via Web i nostri dati non sono un dono

I dati richiesti dall'app di 'Facebook'Un giorno verrà in cui prenderemo più sul serio la questione di come il mondo digitale consenta un controllo occhiuto su tutti noi, che pure ci sciacquiamo la bocca con norme sulle privacy che dovrebbero essere a prova di bomba ed invece somigliano in modo inquietante ad uno scolapasta.
Flavio Pintarelli sul sito "Il Tascabile" ha scritto un articolo molto interessante sui dati, che mi permetto di citare per il suo vivo interesse.
L'inizio è la nostra vita quotidiana: «Al mattino, quando lo avviamo (sempre che non lo avessimo lasciato acceso la sera prima), il nostro smartphone invia a uno dei tanti soggetti - il produttore del telefono, quello del sistema operativo, quelli dell'app che abbiamo installato e altri ad essi legati - a cui il nostro pezzo di hardware ci collega, l'informazione che il "device" è attivo».

Quella spiaggia

Io con il piccolo Alexis alla 'Spiaggia d'Oro' di Porto MaurizioSono tornato per un giorno, come si fa per una fugace e improvvisata sortita, sulla sabbia della "Spiaggia d'Oro", Porto Maurizio, Imperia, piazzato banalmente a guardare il profilo dell'orizzonte, che trovo sia esercizio sempre istruttivo.
Lì ho passato una buona parte delle estati della mia vita, da quando ero neonato che succhiava il latte sino a quando ero diventato - e tutto mi appariva temporalmente più lento, maledizione! - un ventenne in carriera. Questo significa - avendo avuto la spiaggia come base mai rinnegata - un lungo periodo della mia vita, quello che da copione è considerato il più bello da ricordare, perché coincide con gli anni della crescita in cui si impara - ammesso di averlo fatto davvero... - a vivere.

Ambiente: pour éviter le pire

L'attrice Juliette Binoche e l'astrofisico Aurélien Barreau hanno messo assieme in Francia due storie personali molto diverse a fin di bene e ciò attraverso un appello pubblicato su "Le Monde" e firmato da personalità molto varie, nel solco del dibattito francese sul futuro del Pianeta.
Ciò è avvenuto dopo che il carismatico e mediatico ministro dell'Ambiente francese, Nicolas Hulot, ha annunciato le dimissioni dal suo incarico, motivandole con la mancanza di progressi sul clima e sulle altre tematiche ambientali.
Mi incuriosisce molto l'astrofisico, così descritto da un giornalista francese per il suo stile non convenzionale: «Avec ses cheveux longs, ses poignets couverts de bracelets et ses santiags, Aurélien Barrau, 45 ans, a le look du scientifique iconoclaste. Professeur à l'université Grenoble-Alpes, astrophysicien au Laboratoire de physique subatomique et de cosmologie du CNRS et auteur de plusieurs ouvrages scientifiques, il est spécialisé dans l'étude des trous noirs».

Cercare il compromesso

Bisogna saper pesare...In moltissime occasioni in politica - ed ho avuto il piacere che mi venisse riconosciuta la dote - ho dovuto cercare un compromesso per trovare una soluzione su di un problema che non si risolveva, perché veniva visto diversamente con due o più posizioni contrapposte e bisognava uscire da una situazione di impasse. Poteva trattarsi di un documento riassuntivo, della scrittura di una norma di legge, della decisione su come affrontare un dossier, di smussare gli angoli quando i toni trascendevano e ci si allontanava dalla questione.
Ho imparato di conseguenza - perché l'esperienza serve - che questa azione di ricerca di punti d'equilibrio funziona solo se si discute in buona fede, se si vogliono davvero superare gli ostacoli, se si usa il buonsenso contro le impuntature personalistiche o ideologiche.
Le persone intelligenti si applicano, i cretini, i presuntuosi e chi ha interessi materiali in gioco non lo fanno: restano lì, come dei quadri, appesi alle loro convinzioni e la furberia spesso adoperata del rinvio delle decisioni, anche quando sono mature, è il suggello della loro malafede.

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