Ho conosciuto in diverse occasioni - e mi spingo a dire che c'era una simpatia reciproca - Ruggero Orlando. Il nome dirà poco ai giovani che mi leggono, mentre per i miei coetanei è stato il bizzarro e ipnotico corrispondente della "Rai" da New York, dal 1955 al 1972. Celebre per i telespettatori fu il suo saluto «Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando» ed il cenno della mano per chiudere i collegamenti. Per gli italiani fu anche la voce delle imprese spaziali americane, con numerose radiocronache e telecronache. In particolare viene ricordato come uno dei grandi protagonisti della storica notte in cui Neil Armstrong sbarcò sulla luna, il 20 luglio 1969. Durante la diretta dell'allunaggio Orlando, che si trovava nel Centro spaziale della "Nasa" a Houston, in Texas, ebbe un battibecco con Tito Stagno, che conduceva la trasmissione da Roma, perché non concordava con lui sull'istante preciso dell'allunaggio. Da analisi successive delle registrazioni è emerso - scrive fra gli altri "Wikipedia" - che Tito Stagno annunciò l'allunaggio con 56 secondi di anticipo e Ruggero Orlando con circa dieci secondi di ritardo.