Quando si avvicina la fine della vacanza, fra il pensiero di un anno in più che se ne va ed il piacere della carica di riposo accumulata, restano i pensieri in libertà. Anche i più banali fra di loro ti portano indietro nel tempo a ricordi sepolti sotto la sabbia con il senso che quella sabbia, come quella di una clessidra, tende ad accelerare più se ne è consumata, misurando il tempo che fugge.
Mi viene da dire, scherzando, di come la fotografia plurima del giornalista Beppe Severgnini ci prenda in pieno: «La spiaggia italiana non è solo l'anticamera del mare. La spiaggia è una passerella, una galleria, una palestra, una pista, un ristorante, un mercato, un laboratorio, una sauna, una sala di lettura, un luogo di meditazione, un nido d'amore».