«La gente accorre, grida, sventola fazzoletti, piange, sorride. Questo sorriso, questo pianto di gioia, questo gridare ci accompagna: ci accompagnerà sempre come un incitamento, o un rimorso, come un sogno forse troppo bello per essere inserito e trasfuso nella prosaica realtà di tutti i giorni, ma che pure deve segretamente illuminare, in qualche modo, quel che di meglio è in ognuno di noi». Alessandro Galante Garrone
Il 25 Aprile è ormai una data che è come un'eco distante, seppellita in un'Italia senza memoria, com'era capitato prima per certe date risorgimentali. E fin qui non ci sarebbe da stupirsi: la conoscenza della Storia non è patrimonio comune ed il passato, per molti, è solo oblio avvolto in un'aurea confusa. Vengo da una famiglia che per molte ragioni (e per i tanti fratelli e sorelle di mio papà...) era stata antifascista senza "se" e senza "ma", per cui la Resistenza e la Liberazione sono sempre state un patrimonio comune, incrociatosi anche con la stagione di un riscatto autonomista della Valle.