January 2018

La matassa delle migrazioni

Uno scorcio della 'giungla' dei migranti a CalaisChiunque sia indifferente alla sofferenza umana non ha diritto di parola. Lo dico in premessa in un'epoca in cui emerge troppo spesso un certo cinismo, che dimentica l'appartenenza alla stessa umanità e che sembra non in grado di evocare la forza dell'ammonimento universale di Primo Levi con il suo "Se questo è un uomo". Ci pensavo rispetto a questo tema difficilissimo dei migranti che rischia di diventare un argomento squisitamente ideologico su cui, più che cercare soluzioni, ci si spara - metaforicamente - da una trincea all'altra, tronfi delle proprie convinzioni contrapposte.
Leggevo ieri Maurizio Guandalini su "HuffPost", che ha scritto un editoriale, partendo dal caso «razza bianca», come da affermazione assurda del candidato leghista alla Regione Lombardia.

La Costituente e lo Statuto nel 1948

I verbali dell'Assemblea costituente del 30 gennaio 1948Hanno fatto bene il Consiglio Valle ed il Consiglio comunale di Aosta a ricordare, in vista di un'intitolazione di qualche cosa (il capoluogo, se ho letto bene, ha già optato per i giardini davanti alla stazione ferroviaria), quel personaggio straordinario che fu l'azionista Emilio Lussu, che ricoprì alla Costituente il ruolo di relatore del nostro Statuto d'Autonomia. Esiste in questo un elemento di tempestività, visto che lo Statuto venne approvato il 31 gennaio del 1948 e la discussione in plenaria alla Costituente avvenne il giorno prima ed anche una sorta di riconoscimento dell'oblio e dunque della mancata riconoscenza verso questo esponente sardista e federalista. Mi sia permesso, incidentalmente, di dire che parte della discussione alla Costituente sul nuovo ordinamento giuridico della Valle è stata retta anche dal presidente della Sottocommissione per gli Statuti regionali, il repubblicano piemontese Tomaso Perassi, anch'egli purtroppo dimenticato.

Ricordi sulla neve

Sci d'antanNel decalogo del buon papà c'è in Valle d'Aosta l'accompagnamento dei propri figli sulle piste di sci e, con il piccolo settenne che andrebbe ad uovo anche sulla pista nera più verticale, c'è da divertirsi e da non perdere il proprio sprint. Attitudine da tenere presente in tempi di rottamazione, in cui è bene "tenersi freschi" e ciò vale anche per i cimenti sulla neve e non solo in politica...
Ed è anzitutto, in certe circostanze, un improvviso ritorno al passato, quando cioè i rudimenti dello sci venivano impartiti a ciascuno di noi. Capita di vedere - ed è una fortuna - vecchi filmati girati da mio papà in cui si ha coscienza non solo di quanto tempo sia passato, e questo ci sta per ragioni anagrafiche, ma anche quanto sia cambiato il costume e naturalmente le tecnologie.

Una bambina ebrea, Auschwitz, Senatrice...

Liliana SegreHo pensato a mio papà che ad Auschwitz ci passò un periodo come internato assieme ad altri suoi coetanei caricati su di una tradotta ad Aosta nel maggio del 1944: aveva vent'anni quando scoprì in poco tempo cosa fosse quel gran campo ricolmo di prigionieri con una divisa bianca e nera. Erano prevalentemente ebrei che vivendo lì segregati fra mille stenti in quel campo di sterminio, perché Adolf Hitler ed il suo Nazismo volevano cancellare quel popolo dalla faccia della terra. Piano finale di un antisemitismo antico, che ancora oggi torna in superficie come una malapianta. "Sandrino" - così chiamato per la sua piccola altezza e l'aria sorridente - capì che quei camini erano in funzione perché bruciavano i corpi dei prigionieri gassati.
Io più di una volta sono stato in quel campo, oggi in territorio polacco, all'epoca zona occupata dalla Germania, e ci ho portato i miei figli «per non dimenticare».

La Resilienza multiuso

Una delle migliaia di 'Minifigures' della 'Lego'Sono steso sul pavimento della stanza del mio piccolo Alexis, l'altro giorno ero seduto al tavolo con il suo fratello e ventenne, Laurent.
Due attività difformi, che ti fanno capire come la condizione essenziale nella vita sia la necessità di rendersi conto di come si debba cambiare per adeguarsi al mondo che ci circonda. Oggi fa molto effetto usare il termine "resilienza", che non è ancora così diffuso. La "Treccani" come sempre illumina sulla mobilità delle parole, così riassumendo:
"Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d'urto: prova di resilienza; valore di resilienza, il cui inverso è l'indice di fragilità. Nella tecnologia dei filati e dei tessuti, l'attitudine di questi a riprendere, dopo una deformazione, l'aspetto originale. In psicologia, la capacità di reagire di fronte a traumi, difficoltà, eccetera".

L'Amicizia

Il gruppo di amici della terza B del Liceo 'Botta' di IvreaBisogna sempre seguire il proprio cuore: sarà vero che non è, come pensavano gli antichi, la sede dell'Anima, ma è bello credere che non sia solo una pompa meccanica che ci tiene in vita e che invece talvolta in qualche modo ci guidi attraverso i sentimenti.
All'indomani di una gioiosa festa con i miei compagni di classe del Liceo classico (III B) - che pare ormai un rito almeno semestrale - come non si può non riflettere sulle tante facce di quel sentimento che è l'amicizia. Ciò avviene in contemporanea con tanti attestati di amicizia che ho avuto - persino con mia commozione - per via di certe turbolenze politiche che ho affrontato con serenità.
L'amicizia è appunto un caleidoscopio, che è quell'apparecchio fatto con due o più specchietti disposti ad angolo dentro a un tubo, dove si trovano alla rinfusa piccoli oggetti colorati: le riflessioni multiple formano immagini spesso simmetriche che mutano in modo imprevedibile e variabilissimo ad ogni movimento.

«Tuona la valanga»

La parte finale della valanga caduta ad OyaceTutte le Alpi sono state interessate quest'anno da nevicate copiose, che servono come pretesto - per i critici del cambiamento climatico - per dimostrare l'indimostrabile, e cioè che quella del riscaldamento globale sarebbe una baggianata. I dati scientifici e la gran parte degli studiosi del problema a larghissima maggioranza dimostrano come, invece, episodi di "raffreddamento" di questo genere non inficiano quell'aumento delle temperature su base annua che cambierà molto il volto anche di zone alpine come la nostra. A meno che non si inverta il peso dell'incidenza delle attività umane in questa modificazione climatica, che pure è vero che si inserisce nel solco di modifiche secolari che hanno segnato - per meccanismi terrestri di alternanza climatica - pure il territorio valdostano e hanno modificato di conseguenza anche la vita delle popolazioni locali nella fisarmonica "caldo-freddo", di cui i ghiacciai e i loro spostamenti sono elemento evidente.

Sulle elezioni politiche, per chiarezza

wanted...Devo scrivere delle elezioni Politiche in Valle? In linea di principio non dovrei farlo perché ne sono stato interessato. Però, in fondo, poiché annoto qui da anni le tante cose che mi capitano, sarebbe ridicolo di far finta che nulla sia accaduto.
Per cui vorrei ripercorrere qui alcune tappe sommarie: non farò nomi e cognomi, perché lo troverei sgradevole e in fondo inutile. La Valle è piccola, la gente mormora e - anche senza l'uso dei "social" - le notizie girano, per cui tutto alla fine si sa anche in questa vicenda minore che mi coinvolge e che ritengo archiviata nella mia memoria. Tuttavia ricordare è sempre utile e non lo dico con tono minaccioso, per rendere "pan per focaccia", ma semplicemente perché molto spesso su certi eventi si deposita la polvere ed essendo io un bravo cristo spesso ho la tendenza a dimenticare torti subiti.

«Vieni avanti, cretino!»

La mia generazione ha esatta contezza dell'origine di una frase scherzosa, diventata proverbiale in certi dialoghi ancora oggi.
Si tratta di «Vieni avanti, cretino». Come dimenticare - nella vecchia televisione in bianco e nero - Walter Chiari e Carlo Campanini nell'imitazione dei fratelli De Rege. Lo schema è quello solito e ripetitivo nelle scenette: Campanini fa la "spalla" e chiama in scena il comico protagonista principale con il già citato «Vieni avanti, cretino!». E Chiari - fantastico affabulatore - recita appunto la parte del cretino con naso, baffi finti, e bombetta calcata sulla testa. Il primo cerca di interloquire ma si arrabbia con l'altro balbettante e biascicante.
Capita nelle ultime vicende politiche in Valle d'Aosta di assistere a scene del genere: il cretino di turno sui "social" commenta - tirando in ballo me o "Mouv'" - certe scelte sulle politiche di queste ore.
Naturalmente sa poco e sentenzia.

La storia di successo di Davos

Una panoramica notturna di DavosSi parla dappertutto, in queste ore, di Davos, la località dei Grigioni che si trova a 227 chilometri in linea d'aria da Aosta (identica distanza sino a Brescia), situata a 1.560 metri - tipo il capoluogo, "Veulla", di Cogne - e che conta undicimila abitanti, dunque considerata città nella Confederazione.
E' un'incredibile storia di successo, che ricorda come nostre località - apro una parentesi - avrebbero potuto, se ci fosse stata un'intuizione, raggiungere magari non gli stessi livelli, ma spiccare con iniziative valide nel campo della cultura e della politica. In verità, almeno sullo scenario italiano e non internazionale, Saint-Vincent con le iniziative del Casinò è stata punta di diamante per i premi di giornalismo, del cinema, dell'economia e per molte altre iniziative dal dopoguerra sino a pochi anni fa. Oggi siamo ad encefalogramma piatto e le grandi rivoluzioni annunciate con cambi di manager pochi mesi fa si stanno dimostrando inefficaci con bilanci in picchiata, iniziative di privatizzazione camuffate e fallimento, in particolare di chi in politica - con grande prosopopea - aveva preso in mano il dossier e pagherà dazio per questo esisto nefasto.

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