December 2017

Consumatori di oggetti

L'interno di un 'Marché aux puces'Che cosa sia un consumatore credo che tutti lo sappiano ("chi consuma, chi acquista e usa un bene a fini personali") per la semplice ragione che ciascuno di noi lo è e di questi giorni particolarmente impegnativo per via dei regali...
E questa nostra attività è diventata talmente importante da prevedere dei diritti del consumatore, molti sviluppati nelle normative europee, e far nascere un sacco di associazione che dovrebbero tutelarci. Se ci pensiamo un attimo una buona parte della nostra vita è assorbita da questa nostra identità di consumatore. Compresa quella deriva che conosciamo come consumismo, che può assumere aspetti patologici e già citato Natale invita sempre ad un serio esame di coscienza, la cui immagine plastica è - anime candide - l'eccesso di giocattoli riversati sui nostri bambini, che finiscono per non apprezzare più il gesto del dono, pieno di simbologie e di affetto.

Neve: arriva o non arriva? Eccola!

La neve caduta ad Aosta domenica 10 dicembreCapisco che l'argomento possa apparire usurato, ma ci sono temi che rassicurano per la loro ripetitività. Sono come la "coperta di Linus", che il personaggio dei "Peanuts", stringeva a sé, come pare io facessi da piccolo con grosso coniglio di ruvido peluche di nome "Ciccio". E' più forte di me, ma quando arriva la neve mi tocca scriverne, a costo di tornare su luoghi ed atmosfere già descritti, perché si tratta di qualcosa che mi mette di buonumore, pur soffrendo di certi disagi come tutti, specie all'alba di questo lunedì.
Perché poi, in fondo, la mia vita è fatta delle cose che racconto spesso qui. Tuttavia - al di là delle cose nuove - ogni tanto dal fondo di qualche neurone riappare qualche episodio che sembrava seppellito per sempre.

La "Giornata della Montagna" non è un vuoto a perdere

Che nostalgia a pensare all'"Anno Internazionale delle Montagne 2002" nella prossimità della "Giornata della Montagna", che ne è l'erede. E non solo perché allora ne ero il presidente, quanto perché attorno alla montagna e ai suoi problemi - dal piccolo alla dimensione planetaria - esisteva un entusiasmo di cui esiste scarsa traccia. Anche se l'11 dicembre in ordine sparso si sono fatti un pochino ovunque festeggiamenti e incontri, ma la Rete che allora si era creata si è sfilacciata e c'è stato una specie di "rompete le righe", che non è cosa buona.
In Valle d'Aosta poi, ormai da anni, si è scelto il tono basso, se non bassissimo, mentre c'è stato un momento in cui - a dispetto della nostra piccola taglia - eravamo indicati come un esempio, e non mancarono iniziative considerate importanti da noi stessi create. Ma questa questione delle politiche per la montagna rischia, invece, di affondare in un mare di melassa retorica, usata per slogan e senza fondamento progettuale.
Lo scrivo con dispiacere, ma questa è la deriva che stiamo vivendo da tempo e non vedo svolte significative e soprattutto sforzi aggreganti e corali. Anzi, vincono quelli che coltivano piccoli e modesti giardinetti, altro che sogno di essere capofila, almeno di quanto naturalmente ci dovrebbe appartenere come impronta culturale, la "Montagna".

Cinque punti semiseri sulla neve

Piazza Chanoux ad Aosta dopo le nevicata di domenica 10 e lunedì 11 dicembreIn un mondo alla rovescia si potrebbe immaginare questo scenario. Siamo ai Tropici e per molti anni il sole si è fatto vedere poco, anzi sono le piogge ininterrotte a farla da padrone. Per cui alla fine in spiaggia nessuno è più abituato a mettere ombrelloni e sdraio, le creme solari sono state bandite, anche il look anti-solleone sostituito da abiti sempre leggeri ma non da abbronzatura, per altro ormai scolorita anche nei più coriacei amanti della tintarella. Ma se il sole torna a picchiare sono guai!
Invertiamo e immaginiamo una Regione dalle caratteristiche alpine, in cui la neve dovrebbe essere d'inverno il pane quotidiano, ma da molti anni le nevicate sono soprattutto quelle dei cannoni sulle piste e soprattutto nel fondovalle i fiocchi si sono fratti rari e scarsamente durevoli.

L'informazione non è un palcoscenico

La 'storica' intervista a Matteo Renzi da parte della conduttrice Barbara D'UrsoFa impressione come le notizie volino ormai con la velocità della luce. L'altro giorno ero a casa e "Sky", ma anche "RaiNews24", si sono occupate del terrorista "fai da te" che ha cercato goffamente di farsi saltare nella metropolitana di New York. Stando sul divano a migliaia di chilometri dall'evento in progress, era possibile sbirciare anche su "Twitter" i fatti in costruzione e ciò offriva materiale prezioso. Anche se, come sempre capita, girava in Rete qualche filmato "fake news", nel senso che si trattava di roba riguardante altri attentati che veniva riciclato. Tocca sempre fare attenzione a cosa circoli sul Web e bisogna mantenere vigili spirito critico e capacità di osservazione per non venire pescati all'amo.

Telefonino a scuola: il dibattito francese

Cellulari a scuolaIl primo "sms" della storia venne inviato il 3 dicembre 1992. Il primo messaggino - siamo in tema - augurava «buon Natale». E cambiò il mondo della comunicazione negli anni successivi e la scrittura si è per via digitale si è diffusa in tante modalità, dopo anni di strapotere della voce via telefono. Sono arrivati smartphone con nuove modalità di trasmissione (siamo quasi in presenza del "5G") e par di sognare a pensare all'originaria schiavitù dei 160 caratteri della banda "gsm" che caratterizzarono i primi messaggini.
Per gli "sms" non esisteva un "galateo", per cui quando ti capitava di metterti a scriverne uno - che so durante un convegno o in qualche incontro - ti sentivi goffo e fuori luogo e la facevi il più clandestinamente possibile. Oggi tutto è chiaro, nel senso che si usano ovunque e comunque senza limiti veri neppure ispirati al minimo del "bon ton".

Nazareth, Betlemme, Gerusalemme...

Il muro di GerusalemmeSono andato a vedere nei giorni scorsi uno dei film di animazione natalizi con il piccolo di casa, che fra l'altro ha cominciato le lezioni di catechismo e dunque la lettura della trama sembrava capitare a fagiolo. Si tratta, infatti, de "Gli eroi del Natale" e narra la storia della natività dal punto di vista degli animali che posizioniamo tradizionalmente nel presepe accanto al bambin Gesù: l'asino, ma anche il bue, oltre alle pecore che si trovano nei paraggi, oltre alle new entry dei tre spassosi cammelli, mezzi di locomozione dei tre Re Magi. Un approccio animalista che non stupisce nei cartoni animati e ha radici antiche nella favolistica classica sino ad oggi con animali antropomorfi, che finiscono ormai per essere meglio di noi esseri umani.

Il regalo e il dono

Il fiocco che sigilla il regaloSi avvicina, come si diceva un tempo «a passi lunghi e ben distesi», il Natale. E' tempo di scegliere che cosa regalare alle persone care e devo dire che è più facile sbagliare che azzeccarci. Sono giunto perciò alla determinazione che convenga, per evitare la faccia delusa di chi scarta un pacchetto con dentro qualcosa che non piace in quel millesimo di secondo che disegna una smorfia sul suo volto, farsi dare un elenco di eventuali necessità (mia moglie mi manda dei link a prova di tonto), captare dai discorsi che cosa potrebbe piacere oppure - più prosaicamente - comprare tenendo lo scontrino, magari dove si conosce, affinché il ricevente possa cambiare in favore di qualcosa di suo gusto.

Se il Parco non è Parco e non parco

Un dettaglio del 'Magic Winter' a 'Gardaland'Dopo essere stato nell'impressionante "Walt Disney world resort" vicino ad Orlando in Florida - dove ho visto cose che voi umani... - si può dire che ogni altro Parco dei divertimenti al mondo potrà sembrare poca cosa. Anche se, come noto, al gigantismo non c'è mai limite e dunque chissà cosa verrà ad allietare le prossime generazioni in questi mondi immaginifici e artificiali. Lo dico senza alcun snobismo, partendo dal presupposto che anche questi sono posti da esplorare e da capire. Farà sorridere ma molti aspetti sociologici degli Stati Uniti mi si sono svelati più a "Disneyland" che altrove e il confronto con la versione europea di Parigi, visitata più volte con i figli di diversa età è stato un raffronto interessante.

La salma di Vittorio Emanuele III non cambia la Storia

Vittorio Emanuele III e la Regina Elena in esilio ad Alessandria d'EgittoLa notizia è nota: ieri la salma di Vittorio Emanuele III - Re d'Italia dal 1900 al 1946 - è arrivata all'aeroporto di Levaldigi da Alessandria d'Egitto, dov'era stato sepolto nel 1947, a bordo di un volo di Stato (sic!) ed è stata trasferita al Santuario di Vicoforte, dove già era stato traslato dalla Francia il corpo della moglie, la Regina Elena.
Si chiude così un'operazione rimasta piuttosto segreta e non si capisce bene da chi orchestrata, ma certo tutto è avvenuto con il placet del Quirinale (e del Vaticano), ma visto che è il rientro è stato oggetto di polemica fra i nipoti è chiaro che qualcuno in famiglia doveva saperne di più e altri di meno. Dimostrazione delle penose faide che dividono quel che resta di "Casa Savoia", pur non più regnante da oltre settant'anni.

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