Non mi stupisco più di tanto che la Spagna, con un embrassons-nous fra popolari e socialisti, abbia "commissariato" la Catalogna, come epilogo di una vicenda che affonda le sue radici nella Storia e anche nella cronaca degli ultimi mesi. Io sono solidale e vicino ai Catalani: lo dico, lo ridico e lo sottoscrivo, segnalando la delusione profonda, ma non lo stupore, per le dichiarazioni "pro Madrid" dei Governi europei (Italia compresa) e delle Istituzioni comunitarie, che si sono limitate - dopo che la frittata era già stata fatta - a dire che sarebbe bene evitare violenze da parte spagnola.
Si può discettare a lungo sulle questioni giuridiche o meglio costituzionali che conosco bene, essendo materie che ho sempre praticato, e non accetto lezioni, ma la realtà è molto più semplice: i catalani chiedevano, nel rispetto di elementari regole democratiche, sancite dal diritto internazionale, di godere all'autodeterminazione dei popoli. E mi si dica - chi ha il coraggio di farlo - che i catalani non sono un popolo e che quel che vale nel resto del mondo non dovrebbe valere per l'Europa.