October 2017

La civiltà attraverso un parco giochi

Un parco giochi vandalizzato ad AostaStarò diventando un brontolone, ma ci sono episodi di inciviltà che mi indignano, benché qualcuno possa considerarli marginali, mentre se sommati diventano "specchio dei tempi". E sbaglia - perché al peggio non bisogna fare il callo - finendo per esserne assuefatto. Leggevo a questo proposito le complesse e farraginose norme in vigore da quest’anno sotto il titolo "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città", che sono una risposta - ancora in rodaggio - contro certi aspetti anche piccoli di degrado, ma penso che ci sia in parallelo agli aspetti repressivi da incidere anche sotto il profilo educativo e di costume.
L'altro pomeriggio il mio bimbo piccolo ha assistito con la nonna - e ne è rimasto colpito - al vandalismo di alcuni ragazzini in un parco giochi, privo - come avviene invece in certi casi ad Aosta - di forme di guardiania.

Violenze alle donne: da Hollywood alla cronaca nera

Il produttore cinematografico Harvey WeinsteinA casa mia, oltre alla sempre presente "La Stampa", entravano quando ero bambino "L'Espresso" - che mio padre conservava in un armadio - ed anche due settimanali popolari, "Oggi" e "Gente". Era lì che leggevo - essendo sempre stato un lettore onnivoro - quello che oggi viene chiamato "gossip" e cioè la cronaca rosa di un livello un pochino meno basso di altre pubblicazioni.
Anche prima che aprissi gli occhi sul mondo avevo capito che ai produttori cinematografici piacevano le attrici ed anche a vista d'occhio c'era qualcosa che strideva fra donne bellissime che si accompagnavano a dei bruttoni, che le esibivano come trofei di guerra. Crescendo ho avuto in questo senso un mare di conferme sia negli ambienti televisivi, dove delle imbranate con il moroso giusto finivano in video, per non dire di soubrettine che gli aiutini li ottenevano - e quando ero deputato a Roma ne ho viste di storie così - da politici racchi che diventavano aitanti perché capaci di fare la segnalazione giusta.

Le ambiguità dei referendum lombardo e veneto

La pubblicità al referendum in LombardiaA cadenza periodica in Italia, direi sin da prima dell'Unità d'Italia, si aprono e si chiudono in fretta le speranze di fare dell'Italia uno Stato federale, anzi il centralismo esplicito e quello camuffato svettano come non mai nel presente. L'esempio più recente di tomba vera e propria del "regionalismo" - figurarsi del "federalismo"! - sarebbe stata la riforma costituzionale Renzi-Boschi bocciata dai cittadini al referendum confermativo. Ma da allora ad oggi non si è assistito a nessuna riapertura reale sull'assetto istituzionale.
Gli unici barlumi - apparenti come cercherò di dimostrare - derivano da due diverse strade intraprese da Regioni a Statuto ordinario per allargare i propri spazi di autogoverno e anche, implicitamente, per ritoccare il riparto fiscale con lo Stato a loro vantaggio.

La Valle d'Aosta fra "Le Iene" e Rosy Bindi

Un momento dell'incursione delle 'Iene' sotto Palazzo regionaleSogno o son desto? Non vorrei scomodare Cartesio, il padre della filosofia moderna, che si poneva questa stessa domanda, perché io invece volo a bassa quota e mi riferisco all'insieme delle vicende valdostane di questi ultimi tempi, che danno sempre più un'immagine interna - ad uso dei valdostani che ne sono coprotagonisti - ed una esterna - a uso di chi ci guarda e ci giudica - che preoccupano. Sarebbe bene farci mente locale e non cedere alla tentazione, così facile, di rassegnarsi a buttare via il bambino con l'acqua sporca e bisogna fare degli esercizi di autostima che servano anche ad espellere quei veleni che ci stanno rovinando.
Mai come adesso purtroppo si è sgretolata quell'immagine di serietà in cui, pur con tutti i difetti su cui sapevamo pure ridere di noi stessi, potevamo riconoscerci e che ci veniva riconosciuta anche da chi ci frequentava e ci osservava. Poteva esserci qualche grumo di invidia o di gelosia, ma in generale esistevano un rispetto ed una considerazione.

"Reines" ed allevatori: un antico sodalizio

L'arena 'Croix Noire' prima dell'inizio della finale delle 'Batailles des Reines'Dopo tanti anni che scrivo o mi occupo in altro modo delle "Reines" (ho fatto la prima telecronaca delle "Batailles" agli inizi degli anni Ottanta) mi domando se ci sia ancora qualcosa da dire, al di là della piacevole ripetitività di certi appuntamenti, come avverrà questa mattina attorno alle 9.45 sugli schermi di "RaiVd'A" dall'arena della "Croix Noire" di Aosta. Struttura purtroppo sottoutilizzata per altri scopi, definita un tempo con malcelato disprezzo "vaccodromo", termine che personalmente considero invece faccia simpatia. Perché coincide con un luogo di festa e celebrazione di un'antica tradizione, che per fortuna è ancora vivente e non museale. E forse il segreto è stato quello di sapersi intersecare con la modernità senza perdere certe radici ben profonde.

La "langue de bois", nemica della Politica

Il legno, nella sua versione più naturaleContare balle come metodo: questa è una terribile accusa, ingiustamente generalizzata, che pesa come una maledizione per chiunque faccia politica. Ed invece proprio chi ne fatta molta, all'insegna non sempre redditizia del "franc-parler" («manière de parler libre, sans contrainte, exprimant le fond de la pensée»), ha finito per accorgersi più di altri dell'uso improprio della lingua, quando piegata proprio in politica ad un uso strumentale e propagandistico. Per cui ho finito per avere una specie di "detector" che mi consente di individuare le bugie grandi e piccole ed anche quando si cerca di depistare la realtà con fumisterie e giri lunghi, come avvenuto negli ultimi anni nella politica valdostana con chi diceva delle cose e ne faceva altre con assoluta indifferenza e "toupet" ("sfrontatezza").

Quando la saggezza sa essere antica e moderna

Ci sono libri che scovi per caso e la cui lettura diventa - anche grazie alla magia degli e-book che scarichi come se ci fosse una bacchetta magica - immediata e intensa, quando trovi elementi che fanno, come si dice in francese, un "déclic", cioè ti accendono una lampadina nella testa.
Mi è capitato con un articolo di Pierluigi Battista dal "Corriere della Sera" in cui presentava un libro sommatoria di tre saggi separati, ma di fatto possono essere letti per come si intersecano. Riporto la prima parte di quanto scritto da Battista: «Ancora una volta su "Cari fanatici" di Amos Oz, pubblicato ora in Italia da "Feltrinelli", un manuale prezioso contro il fanatismo in tutte le sue forme. Una forma di fanatismo descritta da Oz è per esempio quella apparentemente di buon senso, ragionevole e blanda, che si esprime nella mistica dell'unità, nella condanna delle divergenze che ci impediscono di agire come "un sol uomo" contro il nemico, nel fastidio per il dissenso, per la critica puntigliosa, per lo spirito polemico bollato alla fine come un tradimento».

La Lega, un tempo federalista

Luca Zaia al seggio per il referendum sull'autonomia del VenetoSarà bene che i leghisti capiscano che è molto difficile fare i referendum sull'Autonomia e chiedere di conseguenza - a Costituzione vigente - un'iniezione di regionalismo ed in contemporanea frequentare in Italia i neofascisti di "Casapound" ed in Europa personaggi come Marine Le Pen, cui fanno schifo le democrazie locali per la loro formazione - come si dice oggi - "sovranista" ed è un eufemismo per non parlare della matrice neofascista pur mascherata. Questo il mio primo pensiero all'esito del voto, tutto politico e per nulla giuridico, di domenica in Veneto (grande successo) ed in Lombardia (partecipazione più flebile).
E' improbo, infatti, per quanto ci si possa sforzare, poter tenere un piede in due scarpe.

Genius loci

Piazza Chanoux, ad Aosta, all'imbrunireCapita per caso, in una sera in cui ti ritrovi in anticipo per un appuntamento, in quell'ora in cui - d'autunno - si sta facendo notte (penso sia adatta la bella definizione "imbrunire") ma il cielo ha ancora i suoi colori e ti ritrovi di fronte all'Hôtel de Ville, il Municipio di Aosta, sapientemente illuminato.
Piazza Chanoux è vuota e percorrerla in lungo e in largo è una delizia. Emerge così, prepotentemente, il "genius loci" che per i latini era lo spiritello ("genius") del luogo ("loci"), con riferimento alle religioni del mondo antico che associavano ai luoghi ed ai paesaggi naturali la presenza di una divinità minore che ne costituiva il nume tutelare. Per noi, nell'uso comune senza scomodare la mistica e neppure l'uso suggestivo che ne fanno di questa espressione gli architetti, si afferma l'elemento soggettivo e personale e dunque quel luogo viene filtrato e si afferma attraverso i sentimenti, i ricordi e le evocazioni che vengono trasmessi a ciascuno di noi.

L'antisemitismo che aleggia

Il ringraziamento ufficiale a papà Sandro da parte della comunità ebraica di TorinoQuesta storia degli adesivi di Anna Frank, la bambina ebrea diventata uno dei simboli degli orrori dell'Olocausto, dileggiata da alcuni tifosi laziali che le hanno messo, in un fotomontaggio, la maglia della Roma, realizzando degli adesivi che sono stati appiccicati nella curva dei cugini nemici. Una cialtronata odiosa e ributtante di un mondo di hooligans cacio e pepe camerati di iperboliche scemenze del repertorio neofascista, cui si è reagito in vario modo: io ho pensato sin da subito che si trattava di una scelta vergognosa, ma bisogna essere onesti su due aspetti.
La prima è che questa vicenda è una pagliuzza nell'occhio rispetto al tronco solido e sempre presente e pure antico dell'antisemitismo, anche nelle vesti dell'antisionismo livoroso. La seconda è che ho visto molti poco sinceri nel saltare sulla retorica della condanna, come se si dovesse seguire il "politicamente corretto" fatto di reazioni di facciata e scene di partecipazione propagandistiche di un buonismo peloso.

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