Nella storia valdostana del dopoguerra - anche se non c'è mai stato nulla di patologico - ogni tanto le vicende politiche sono state influenzate dalla mano della Magistratura, che si è occupata di Tizio o di Sempronio. Si sa che, nella logica dell'equilibrio dei poteri, non vi è nulla di singolare che questo avvenga, essendo i politici, anche nella veste di amministratori di denaro pubblico, cittadini come gli altri di fronte ai loro doveri. Per altro è proprio il ruolo pubblico che obbliga ad uno scatto in più, ben noto nei Paesi più civili, dove anche peccati veniali, fanno scomparire di scena i politici che inciampano. Il giurista Piero Calamandrei osservava, infatti: «Non si confonda la giustizia in senso giuridico, che vuol dire conformità delle leggi, con la giustizia in senso morale che dovrebbe essere tesoro comune di tutti gli uomini civili, qualunque sia la professione che essi esercitano nella vita pratica».