Ogni generazione costruisce a sua misura gli anniversari, che sono - non ricordo chi lo ha detto - l'eco del tempo che passa, giunto fino ai giorni nostri. Per altro non fosse così ci troveremmo di fronte a dei buchi di memoria, perché certe celebrazioni sono come dei fari che lampeggiano per evitare il buio dell'oblio, in un tempo che già si distingue per la mancanza di memoria storica.
Il grande Mario Rigoni Stern osservava quanto vale per un singolo essere umano, ma anche per una comunità: «La memoria è determinante. E' determinante perché io sono ricco di memorie e l'uomo che non ha memoria è un pover'uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover'uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita».