Tocca, specie nei momenti difficili, quando ci si interroga sulle conseguenze di certi eventi che preoccupano, guardare la situazione con un necessario distacco per scegliere, se possibile, la strada migliore per uscirne.
Ha ragione, anche se il processo non è facile da praticare, Albert Einstein, quando diceva: «Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla». Personalmente odio fatalismo e rassegnazione.
Ci vorrebbe la parte poetica, insita nella definizione usata da Erich Fromm, sociologo e psicoanalista impegnato per alcuni anni sul fronte politico negli Stati Uniti, per affrontare - come da titolo di un suo celebre libro - la differenza posta in un interrogativo fra «Avere o essere?».