Quando il grande Mario Soldati, nei libri "Vino al vino", viaggiò attraverso l'Italia della vigne, giungendo in Valle d'Aosta usò - ciò avvenne più di cinquant'anni fa - una citazione di Pio XII: «L'umile fede nel mistero dei misteri a cui il frutto della vigna è così strettamente legato». Chissà che non gliela avesse ispirata questa citazione illustre quell'Abbé Alexandre Bougeat, che lo scrittore torinese descrisse come «l'unico a produrre ancora l'autentico vino bianco e secco di Morgex». Ma il filo del suo ragionamento più generale era il seguente: «Il vino è come la poesia, che si gusta meglio, e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l'ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo. La nobiltà del vino è proprio questa: che non è mai un soggetto staccato ed astratto, che possa essere giudicato bevendo un bicchiere, o due o tre, di una bottiglia che viene da un luogo dove non siamo mai stati».