E' difficile capire che cosa sia diventata ma soprattutto dove stia andando la "Fiera di Sant'Orso", che oggi e domani dominerà la scena ad Aosta. Il fatto certo è che su questa manifestazione, ormai kermesse senza eguali al centro della città, non è mai esistito un disegno vero, una specie di piano regolatore che indicasse che cosa si dovesse fare e come si dovesse sviluppare. E' diventata di conseguenza, con moto piuttosto spontaneo, una sorta di gigante - come lo erano Gargantua e Pantagruel di Rabelais - nato da tocchi e ritocchi, frutto di decisioni di politici e dirigenti che se ne sono occupati in alternanza per rispondere in sostanza - con un fil rouge non sempre così coerente - ad una duplice crescita. Da una parte i pochi espositori, prevalentemente di oggetti agricoli, sono stati affiancati da espositori più sul versante oggettistico ed artistico, cui si è aggiunta una vera e propria folla di artigiani amatori, che andavano canalizzati allargando il cerchio della "Fiera". Questo ha costretto a crescenti classificazioni e anche a regole per imbrigliare con difficoltà che cosa fosse o meno "Tradizione".