I terremoti, con buona pace dei titolisti dei giornali, non sono, esattamente come accade per gli altri fenomeni distruttivi, né buoni né cattivi: sono la normalità della Natura, cui siamo portati a dare sentimenti umani che non può avere se non tramite noi. Questo vale anche per quelli che hanno sempre colpito - la casistica nei secoli è ben nota - le zone appenniniche, di cui ci tocca con tristezza riparlare in questi giorni. Con l'affinamento della ricerca scientifica oggi siamo in grado di capire meglio i meccanismi che li determinano, ma purtroppo resta il problema di non essere in grado di prevederli, come ben chiarito, anche se non ce n'era bisogno, dalle perizie tecniche conseguenti ad un celebre processo d'Appello svoltosi a L'Aquila, dopo il sisma distruttivo che colpì la città e i paesi vicini e che qualche giudice di primo grado aveva creduto si potesse, chissà come, presagire.